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La strana proposta di Zanda, tesoriere PD: “Aumentiamo gli stipendi dei parlamentari”

Luigi Zanda. Credit: ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Il PD si dissocia: "Iniziativa di un singolo parlamentare, non c'è una proposta del partito"

Di Giovanni Macchi
Pubblicato il 28 Mar. 2019 alle 08:31 Aggiornato il 28 Mar. 2019 alle 13:03

Aumentare lo stipendio dei parlamentari italiani, adeguandolo a quello dei parlamentari europei.

In una fase storica caratterizzata dal populismo e da un sentimento montante di ostilità nei confronti delle élite, la proposta suona quantomeno bizzarra. Eppure a formularla è il senatore del PD Luigi Zanda, nominato dal nuovo segretario Nicola Zingaretti tesoriere del partito.

Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, Zanda ha depositato la proposta lo scorso febbraio. Il testo in questione prevede uno “scatto” di stipendio per i parlamentari italiani, che arriverebbero a guadagnare tra i 16 e i 19mila euro al mese, in linea con i colleghi dell’Ue.

Un aumento considerevole, se si pensa che lo stipendio attuale è di 14mila euro.

Come scrive il giornale diretto da Marco Travaglio, la proposta prevede anche “un’indennità transitoria a carattere temporaneo, il cui diritto matura allo scadere del mandato (una sorta di liquidazione); una pensione di sostegno in caso di invalidità insorta nel corso del mandato; un trattamento differito per garantire agli ex parlamentari una meritata serenità al compimento del 63esimo anno d’età: insomma un vitalizio non di natura previdenziale, ma assicurativa, calcolato sul metodo contributivo”.

Il Partito Democratico, con una nota, si è dissociato dall’iniziativa del suo tesoriere: “Non esiste alcuna proposta del Pd sul tema delle indennità dei parlamentari, quanto iniziative di singoli parlamentari, anche autorevoli, nello svolgimento della loro attività istituzionale. Il tema del finanziamento della politica è una questione molto complessa che andrà discussa nei tempi che il Parlamento si vorrà dare”.

Quanto alla proposta di Zanda, questa mira anche a reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti, abolito nel corso della precedente legislatura dal governo a guida PD, ma sotto la forte spinta delle battaglie portate avanti dal Movimento Cinque Stelle.

Nell’idea del tesoriere PD, sarebbero circa 90 i milioni da suddividere tra i vari partiti durante i cinque anni di legislatura (circa 4 milioni l’anno per partito).

La proposta, come c’era da aspettarsi, è stata accolta con sdegno da parte del Movimento Cinque Stelle. Ma, come detto, anche il Partito Democratico ha preso le distanze precisando che si tratta dell’iniziativa di un singolo parlamentare.

A fare ironia sulla proposta anche diversi intellettuali, tra cui Massimo Cacciari, che proprio sul giornale di Travaglio ha scritto: “Voi del Fatto avete cavalcato la questione degli stipendi dei politici con una cretina demagogia, ma oggi, ve ne posso dare atto, il senatore vi batte con una inutile idiozia”.

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