Lunedì 6 agosto 2018 sul raccordo autostradale tra la A1 e la A14, all’altezza di Bologna, si è verificato un incidente che ha causato due maxi-esplosioni. Il bilancio è di un morto e 145 feriti.
La vittima dell’incidente è è Andrea Anzolin, 42 anni, vicentino, l’uomo alla guida dell’autocisterna.
L’incidente ha coinvolto tre mezzi: l’autocisterna ha tamponato un camion che trasportava fusti di solvente, che è a sua volta finito contro una bisarca, ossia un tir che trasportava autovetture.
Antonio Verdicchio, l’autista del tir tamponato dall’autocisterna in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero ha raccontato gli attimi prima dello schianto e della successiva esplosione a Borgo Panigale.
“Mi sono accorto dallo specchietto retrovisore che stava arrivando un camion a velocità sostenuta. Ho avuto l’intuizione di accelerare e sterzare a destra mentre mi trovavo incolonnato nel traffico della tangenziale”, dice Verdicchio.
E continua: “Così ho affiancato l’altro autoarticolato che mi precedeva in modo da poter scendere subito dalla cabina di guida. Una volta sganciata la cintura di sicurezza, appena il camion si è capovolto mi sono sganciato dall’abitacolo”.
Appena sceso dal tir l’autista si è subito preoccupato di avvertire le persone che si trovavano intorno a lui.
“Ho iniziato a urlare, gridavo a tutti quelli che si trovavano intorno al disastro di allontanarsi rapidamente. Avevo chiara la percezione di quello che poteva accadere. Siamo del mestiere e certi incubi ce li portiamo dietro”, Verdicchio è un autista di mezzi pesanti da circa 26 anni.
“La cisterna è esplosa in pochi minuti sprigionando un’aria irrespirabile e caldissima. Le fiamme ci hanno raggiunto nonostante ci trovassimo a duecento metri di distanza”.
“In quell’inferno ho trovato tanta solidarietà”, ha concluso Antonio Verdicchio.
Le cause dell’incidente
Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente.
A due giorni di distanza sono principalmente due le ipotesi avanzate per spiegare come mai l’autocisterna guidata da Anzolin sia finita contro il camion che la precedeva, nonostante le segnalazioni di code.
La prima ipotesi è che l’uomo sia stato colto da un colpo di sonno, ma con il passare delle ore questa possibilità sembra sempre meno probabile.
La seconda ipotesi, che sta prendendo sempre più piede, è che il tamponamento sia stato causato da una distrazione, forse l’utilizzo di un cellulare al volante.
“Un dato importante è la registrazione delle immagini dell’incidente”, ha commentato al Giornale Radio Rai il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato. Potrebbe esserci stato “forse un momento di distrazione o un colpo di sonno ma è troppo presto per dirlo con certezza”, ha aggiunto il magistrato.
Qui una ricostruzione del maxi incidente che si è verificato a Borgo Panigale: “Cosa sappiamo dell’incidente sulla A14 a Bologna“.