“Il ministro dimostra di non conoscere il Vangelo e l’insegnamento cristiano. La ‘prossimità’ richiamata da Fontana non è quella fisica. Non so se ha mai letto San Paolo, il suo è un messaggio universale: non c’è bianco, non c’è nero, il prossimo è il povero che ti è vicino, la persona senza fissa dimora italiana, ma può essere il migrante, non c’è distinzione”.
Questo è il commento per TPI di Don Massimo Biancalani, il parroco pistoiese di Vicofaro che accoglie i migranti nella sua parrocchia, all’originale interpretazione del Vangelo fornita dal ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, durante un incontro organizzato dalla Lega a Pisa.
“Ama il prossimo tuo” ovvero in tua prossimità e per questo dobbiamo occuparci prima dei nostri poveri”, ha dichiarato il ministro.
La sua è un’interpretazione decisamente atipica e rivisitata del messaggio del Vangelo che viene quindi utilizzata come giustificazione per determinate scelte politiche e come base di tutta la politica del partito guidato da Matteo Salvini.
Don Biancalani approfondisce la tematica e spiega come sia possibile che tali affermazioni trovino terreno fertile nella nostra società:
“È una questione culturale, questo dipende dalla mancanza di informazione, di approfondimento. Noi cattolici, devo dire, purtroppo per tradizione non abbiamo una grande familiarità con i Vangeli e la Bibbia”, afferma il parroco. “Tanti cattolici si sono formati solo attraverso le omelie e le messe. Ma tante volte le riflessioni dei parroci sono insufficienti. Comunque non conosco parroci che parlano in quei termini lì”.
“È evidente”, prosegue Biancalani, “che il ministro ha una sua ideologia che è al di sopra del suo credo. È un cattolicesimo politico”.
Ma prima ancora del caso del ministro Fontana, Biancalani ricorda il momento in cui Salvini, il ministro dell’Interno, giurava sul Vangelo di fronte a una folla di elettori.
“Salvini che brandisce il Vangelo e poi chiude i porti e trattiene i migranti, è chiaro segno di una contraddizione, di una negazione del Vangelo. Se il ministro lo leggesse, noterebbe come l’insegnamento è quello di dare a tutti da mangiare, da bere, accogliere lo straniero. È un imperativo. Un cattolico non è tale perché va a messa la domenica. Si va a messa per trovare la forza per mettere in pratica questi insegnamenti. Purtroppo viviamo un momento difficile: siamo nell’epoca delle fake news, dove la gente non approfondisce, mi spiace dirlo, c’è tanta approssimazione, è un problema grosso”.
Ma il j’accuse di Don Biancalani non è solo verso la politica. Il parroco fa un appello alla Chiesa.
“Ci vorrebbe una Chiesa che prende posizione più netta, più coraggiosa. I vescovi si facessero sentire quando c’è un’evidente strumentalizzazione della religione”.
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