Quando si pensa alla difficoltà di raggiungere l’orgasmo, immediatamente si pensa alle donne. Eppure l’anorgasmia riguarda anche gli uomini. Nel loro caso si tratta di un persistente e ricorrente ritardo, o assenza dell’orgasmo, dopo una fase di normale eccitazione e nell’ambito di una attività sessuale regolare.
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Se il soggetto che soffre del disturbo ne ha sempre sofferto, fin dall’inizio dell’attività sessuale, si definisce primario o permanente. Se invece interviene solo a un certo punto della vita sessuale, si parla di disturbo secondario o acquisito.
Può inoltre distinguersi in generalizzato, se si verifica in tutte le situazioni, dalla masturbazione al rapporto sessuale completo, o situazionale, quando la difficoltà a raggiungere l’acme del piacere riguarda solo alcune situazioni.
Esistono inoltre altre forme di disfunzioni, come l’orgasmo anedonico, che riguarda l’impossibilità di lasciarsi andare al piacere: l’orgasmo se arriva è privo di sensazioni, silenzioso, non provoca piacere sessuale. L’anorgasmia coitale rappresenta l’impossibilità per l’uomo di eiaculare in vagina.
Secondo l’American Psychological Association (Apa), esiste poi una categoria di persone che riescono a sperimentare l’orgasmo esclusivamente al risveglio da un sogno erotico.
Qual è la definizione di orgasmo
Negli individui di sesso maschile, come nella maggior parte dei mammiferi, l’orgasmo è legato all’eiaculazione.
Durante l’orgasmo si verificano in rapida successione contrazioni ritmiche della prostata, dell’uretra e dei muscoli situati alla base del pene, che servono a espellere il seme durante l’eiaculazione.
Il processo di eiaculazione può durare dai 3 ai 10 secondi e provoca generalmente una sensazione di piacere intenso. L’apice dell’orgasmo dura comunque in media 3 secondi.
All’eiaculazione segue un periodo refrattario, durante il quale l’uomo non ha la possibilità di avere un ulteriore orgasmo, ma anzi può provare fastidio se i suoi genitali vengono stimolati.
L’orgasmo si compone di tre fasi: l’eccitamento, il plateau e l’orgasmo vero e proprio, cui segue una quarta fase di rilassamento della tensione sessuale, risoluzione. Questo ciclo è stato descritto per la prima volta da William Masters e Virginia Johnson, i fondatori della sessuologia moderna.
Le forme possibili di disturbi dell’orgasmo maschile
Secondo la classificazione di Simonelli e Rossi, nel manuale Diagnosi e trattamento delle disfunzioni sessuali, sono cinque le forme di alterazione dell’orgasmo maschile:
• Aneiaculazione senza orgasmo: È caratterizzata dall’assenza sia di eiaculazione che di orgasmo, il soggetto ha un normale eccitamento e può avere erezioni e coiti prolungati. Le cause possono essere l’uso di sostanze psicotrope, interventi chirurgici e alcune specifiche patologie.
• Eiaculazione ritardata: Si tratta di quelle situazioni in cui l’individuo non è in grado di raggiungere un’eiaculazione nel coito, ma può ottenerla mediante masturbazione o stimolazione orale. Generalmente è legata a fattori di natura psicogena, ma non è da escludere anche l’origine organica, specialmente nei casi in cui sono rilevabili malattie, ferite, interventi chirurgici e utilizzo di farmaci che possono influenzare il processo eiaculatorio.
• Eiaculazione anestetica: In questo caso gli uomini che ne soffrono non riescono a provare piacere connesso all’eiaculazione, ma non risulta compromesso il processo di emissione dello sperma. Questo disturbo è legato a fattori psicologici, come la tendenza al controllo eiaculatorio, fenomeni di auto osservazione inibitoria, vissuti anaffettivi e meccanismi di repressione e rimozione dell’aggressività.
• Eiaculazione retrograda: Si tratta della mancata espulsione del liquido seminale dal pene, che si riversa nella vescica invece che nell’uretra. Si tratta di un disturbo di origine organica. Tra le possibili cause dell’eiaculazione retrograda vi è il diabete mellito, gli interventi chirurgici di prostatetcomia o all’aorta addominale e l’uso di farmaci antipsicotici.
• Orgasmo aneiaculatorio: Si tratta dell’impossibilità di espellere il liquido seminale nei casi in cui il soggetto prova comunque il piacere dell’orgasmo.
Le cause dell’anorgasmia
Le cause possono essere molteplici. Raramente l’anorgasmia dipende da disturbi fisici dell’organismo. Molto più frequenti sono invece le cause psicologiche o quelle che riguardano la coppia, o ancora la poca dimestichezza con le dinamiche sessuali.
Spesso influisce la poca comunicazione tra i partner, che non parlano con sufficiente chiarezza dei propri bisogni e desideri.
Un altro fattore che influisce sul non raggiungimento dell’orgasmo è una sorta di ansia da prestazione, a causa della quale in prossimità dell’acme del rapporto subentrano domande e ansie che bloccano la possibilità di abbandonarsi e lasciarsi andare al piacere sessuale.
Un certo numero di persone che soffrono di anorgasmia secondaria presentano all’indagine anamnestica una certa situazione traumatica, connessa all’evidenziarsi del disturbo, che molto probabilmente ha agito come causa scatenante, riattivando antiche angosce infantili, a cui l’individuo reagisce bloccando inconsciamente il riflesso dell’orgasmo.
La persona che ha sviluppato un’anorgasmia può vivere uno stato di fondamentale allerta durante la situazione sessuale, che blocca il completo rilassamento sessuale e inibisce, suo malgrado, il riflesso dell’orgasmo.
Come si interviene per curare l’anorgasmia
È necessaria una consulenza approfondita per avviare un trattamento terapeutico efficace.
In sede di consulenza, il sessuologo esperto, capirà se si trova davanti un ragazzo inesperto, che ha bisogno di conoscere qualcosa di più sulle tecniche masturbatorie o come approcciare con il partner, o se ha a che fare con disturbi dell’organismo, psicologici e depressivi più profondi.
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