Dopo il risultato inconcludente delle recenti elezioni politiche, le voci più influenti dei media e della società italiani ora chiedono un nuovo governo ‘tecnico’ col compito di riformare l’intero sistema politico, introdurre regole di voto alternative, attuare le necessarie riforme economiche e ripagare il debito.
Il Financial Times, per voce di Wolfgang Münchau, si dimostra contrario a questa ipotesi e promuove un approccio diverso. Secondo il commentatore, “l’Italia dovrebbe accettare i risultati delle elezioni e permettere il passaggio di poteri a una generazione di nuovi leader, con Matteo Renzi probabile candidato premier”.
Secondo il Financial Times, il trentottenne sindaco di Firenze “è più radicale di Tony Blair, va contro ciò che è un sistema politico corrotto con la stessa forza di Grillo ed è un vero politico”. Del resto, l’aspetto essenziale del risultato elettorale è proprio “il cambiamento generazionale che Renzi stesso rappresenta.”
Il parlamento italiano precedente aveva l’età media più alta tra tutti i parlamenti dell’Ue, mentre il nuovo è il più giovane.” Circa il 45 per cento dei giovani ha votato per Grillo a queste elezioni, mentre i più anziani hanno sostenuto i partiti tradizionali. “È come se in ltalia confluissero due rivoluzioni: il passaggio generazionale dei primi anni Settanta e il cambiamento politico dei primi anni Novanta. Quindi, se i partiti tradizionali vogliono governare dovranno trovare il modo di essere parte di questo cambiamento”.
Secondo Münchau, è invece preoccupante il successo del MoVimento 5 Stelle (M5S): qualora ci fossero nuove elezioni, Grillo potrebbe ottenere una maggioranza assoluta. Questa ipotesi metterebbe in discussione la permanenza dell’Italia nell’eurozona. In attesa del referendum sull’euro promesso dal leader del M5S, l’Italia resterebbe infatti bloccata in una situazione di depressione per la semplice ragione che nessuno investe in un Paese soggetto a tale incertezza.
Il passaggio di consegna ai più giovani, evidenzia Manchau, è il modo migliore per fermare preventivamente Grillo. Tra le imminenti priorità: fine immediata dell’austerità, dare il via a una serie di riforme come la privatizzazione dei beni dello Stato, una revisione del settore pubblico, una separazione tra i partiti politici, le banche e le istituzioni statali, e le riforme per la liberalizzazione dei servizi e dei prodotti. “A parte questo – conclude Münchau – mi riesce difficile pensare a risultati positivi. Lo scenario peggiore sarebbe il prevalere del vecchio establishment o un altro governo tecnico: ‘Monti senza Monti’. Abbiamo visto tutti che fine ha fatto la tecnocrazia l’ultima volta”.