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Quando Di Maio tweettava contro l’immunità parlamentare: “Va abolita. È un privilegio”

Di Giulia Angeletti
Pubblicato il 20 Feb. 2019 alle 11:37 Aggiornato il 20 Feb. 2019 alle 12:40

Il popolo pentastellato si è espresso sul caso Diciotti e ha deciso che il processo nei confronti dell’alleato di governo, il vicepremier Matteo Salvini, non s’ha da fare. Gli iscritti del M5s hanno infatti votato – online, tramite la piattaforma Rousseau – contro l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro degli Interni e leader della Lega.

Dopo questa presa di posizione sono in molti a ritenere che il M5s abbia perso molti dei suoi elettori e, in effetti, sembrano ormai davvero lontani i tempi in cui la formazione politica a cinque stelle portava alta la bandiera dell’onestà, dell’abbattimento dei privilegi della “casta”, della vecchia politica da rottamare. Tra questi privilegi assolutamente da eliminare i grillini inserivano proprio l’immunità parlamentare, meccanismo da loro definito deprecabile nonché salvagente per corrotti e “professionisti” della politica.

Tornano quindi alla memoria i post-manifesto di Luigi Di Maio, oggi capo politico del Movimento 5 stelle, vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico; proprio quelli in cui si combatteva una feroce battaglia al concetto di immunità parlamentare, la stessa che ora ha salvato il loro alleato in seno all’esecutivo Matteo Salvini.

“Il cambiamento che vogliamo: no all’immunità e basta voltagabbana in Parlamento“, “Il Pd con l’immunità salva dalla galera senatori come Azzolini. Il M5S non la userà mai“: solo degli esempi, questi, di quei manifesti su cui faceva perno tutta la propaganda politica del moVimento. A scriverli proprio il vicepremier “giallo” nel maggio del 2016, quando il nemico numero uno era l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi.

“Chi scommette con me che gli impresentabili di Pd, Fi e Lega, una volta eletti, verranno nominati senatori e si prenderanno l’immunità?”, questa invece la provocazione espressa nel 2015 dall’attuale ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. “Ricordo che se passassero le riforme Renzi-Boschi-Verdini uno come De Luca potrebbe diventare senatore e avrebbe l’immunità” sono le parole di Alessandro Di Battista, pronunciate durante l’infuocata campagna del M5s contro il referendum costituzionale del dicembre 2016.

Di seguito la serie di tweet in cui è evidente la distanza tra le opinioni di ieri e quelle di oggi circa l’immunità parlamentare.

 

 

 

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