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Tutor per il controllo della velocità da oggi spenti in autostrada

Dal 29 maggio 2018 i tutor per il controllo elettronico della velocità sono spenti

Dopo la vertenza giudiziaria tra Autostrade per l’Italia e la Craft, che rivendica i diritti del brevetto, il funzionamento dei dispositivi per la rilevazione della velocità è stato sospeso

Di Laura Melissari
Pubblicato il 30 Mag. 2018 alle 14:55 Aggiornato il 30 Mag. 2018 alle 14:59

Tutor spenti in autostrada | La vicenda legale Autostrade per l’Italia-Craft | I tratti autostradali su cui non sono più in funzione i tutor 

Il 29 maggio 2018 i tutor per il controllo della velocità in autostrada sono stati spenti. La Corte di Appello di Roma ha condannato Autostrade per l’Italia per violazione di brevetto lo scorso 10 aprile 2018. La vertenza riguarda Craft, l’azienda che rivendica i diritti sul brevetto.

Inizialmente la società aveva deciso che, nonostante la condanna, i misuratori elettronici della velocità avrebbero continuato ad operare sostenendo che fosse meglio pagare le penali anziché permettere di circolare a velocità eccessiva.

La decisione è stata invece ribaltata e da oggi i tutor per la velocità smettono di essere in funzione, almeno fino a quando la diatriba legale non si concluderà.

I tutor potranno comunque essere utilizzati in modalità autovelox, rilevando quindi la velocità istantanea in prossimità del misuratore elettronico, anziché la velocità media tra due punti. Le multe già emesse non potranno essere ritirate, ma finché non verranno riabilitati, non ci saranno multe per eccesso di velocità rilevate tramite questo sistema.

In questi ultimi mesi inoltre, la giurisprudenza ha affermato che è illegittima la contravvenzione per eccesso di velocità rilevata tramite il sistema del tutor in modalità “autovelox”, se non è espressamente indicato nei cartelli della segnaletica e, nei tratti di strada extraurbane, se non c’è l’autorizzazione del Prefetto.

La sanzione stabilita dalla condanna ad Autostrade per l’Italia è di 500 euro di multa al giorno per violazione della sentenza di primo grado.

Autostrade per l’Italia aveva proposto ricorso per ottenere che fosse sospesa l’applicazione del provvedimento. Il ricorso è stato respinto e ora ad Autostrade non resta che il ricorso per Cassazione o la definizione di un accordo con l’azienda che rivendica i diritti sul brevetto.

La Cassazione ha ritenuto insufficienti le ragioni di Autostrade per l’Italia basate sulla sicurezza stradale e l’irreparabilità del danno che la distruzione del sistema comporterebbe se la Cassazione accogliesse l’ulteriore ricorso della società.

Quanto alla sicurezza stradale, la Corte d’appello ha affermato che non è tra gli interessi di cui Aspi si può considerare portatore, essendo sottoposti alla cura dello Stato. Per questo, devono restare fuori dal giudizio civile sulla contraffazione del brevetto.

Giordano Biserni, presidente ASAPS, Associazione sostenitori ed amici della Polizia stradale, si dice preoccupato per le “conseguenze che si potranno avere in termini di sicurezza con questo congelamento dell’uso del Tutor sulla rete autostradale che aveva dato risultati molto positivi in questi anni”.

ASAPS esprime la sua fondata preoccupazione in una fase in cui i dati della sicurezza sulle strade e anche le autostrade non sono certo incoraggianti. “Auspichiamo che prevalga il buon senso fra gli automobilisti per evitare che le autostrade tornino a vedere il costante incremento delle velocità e il prevalere dell’arbitrio di quanti sono alla guida di vetture potenti. Intanto dobbiamo prendere atto che nell’ultimo fine settimana, il quarto di maggio, si sono contate 27 vittime sulle strade (record del 2018) sulla base dei soli rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri ai quali si dovranno poi aggiungere i dati dei rilievi delle Polizie Municipali”.

La vicenda legale Autostrade per l’Italia-Craft

La società Craft, di Greve in Chianti, fondata da un ex tecnico della Galileo Romolo Donnini, dal professor Vincenzo Vigoriti e dall’avvocato Donato Nitti, negli anni ’90 ebbe l’idea di realizzare tutor autostradali. Il brevetto, come riporta il sito Smartcity, prevedeva la lettura delle targhe dei veicoli grazie a due postazioni a distanza collegate con un elaboratore centrale che calcola i tempi di percorrenza e rileva le violazioni di velocità.

Romolo Donnini aveva intuito il valore della sua invenzione e depositò il brevetto per poi presentarlo alla società Autostrade. Inizialmente non destò il particolare interesse della società, ma qualche anno dopo Autostrade per l’Italia presenta un progetto molto simile a quello di Donnini. Nel 2006 inizia la battaglia legale sulla contraffazione del brevetto che non si è ancora conclusa, ma che ha portato allo spegnimento dei tutor

Come riporta il sito La legge per tutti, ecco le strade su cui i tutor sono spenti:

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