Dopo il caso Sea Watch e le divergenze sulla Tav, ecco un nuovo terreno di scontro tra i due partiti di governo, Lega e M5S. Vannia Gava, sottosegretaria leghista all’Ambiente, ha criticato la posizione dei Cinque Stelle che con un emendamento al decreto semplificazione vuole bloccare le trivellazione in mare in cerca di idrocarburi.
“Non posso approvare un’impostazione tutta volta a dire No, come quella che sta alla base dell’emendamento dei 5 stelle sul tema delle trivelle. È sbagliato bloccare le autorizzazioni per le trivelle: non possiamo consentire che la paura blocchi lo sviluppo”, ha dichiarato Gava.
“Questo paese ha bisogno di una vera politica energetica che non può dipendere dall’acquisto dall’estero perché questo oltre a portare costi sulle bollette dei cittadini, ci rende anche estremamente deboli”, ha aggiunto la sottosegretaria. “Questi insediamenti devono sottostare a precise valutazioni di impatto ambientale che li rendono compatibili con l’eco sistema. Senza contare che questo comparto imprenditoriale è una eccellenza che genera posti di lavoro”.
“Noi non vogliamo cercare motivi per bloccare le aziende e lo sviluppo, ma vogliamo cercare una strada assieme per fare le cose, facendole bene. Le sfide del futuro non aspettano, il nostro paese deve andare avanti e non indietro”, ha concluso l’esponente della Lega.
La replica del M5S è stata affidata al capogruppo al Senato, Stefano Patuanelli: “La posizione del Governo per noi è sacrosanta. Noi del Movimento 5 Stelle siamo contrari alle trivellazioni”, ha detto il capogruppo. “L’Italia è un paese fragile, lo viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle, e che ha bisogno di una politica energetica seria e lungimirante e che non guardi al passato”.
“Il 4 marzo eè stato segnato un solco tra vecchia e nuova politica. La ricerca di combustibili fossili e la conseguente devastazione dei nostri territori rappresenta il passato”, ha aggiunto Patuanelli. “Vogliamo un Paese diverso: lo dobbiamo alle future generazioni”.
Il botta e risposta tra Lega e M5s segue di pochi giorni quello tra il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio e il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, con quest’ultimo che aveva criticato le autorizzazioni a trivellare firmate dal Mise.
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