Nel quartiere Torre Maura, nella periferia di Roma, da due giorni i cittadini protestano contro il trasferimento di 70 persone di etnia rom e sinti in un centro di accoglienza.
A cavalcare le proteste i militanti di CasaPound e Forza Nuova, che hanno incitato ancora di più i residenti a manifestare contro le famiglie in arrivo, tanto da costringere la sindaca di Roma a trasferire i 70 in un altro centro.
Non tutti però si sono lasciati trascinare dall’odio, come racconta il sito Globalist.
Simone, un ragazzo di soli 15 anni, ha deciso di prendere posizione contro chi incita a “bruciare vivi” i rom e i sinti arrivati nel quartiere e a “lasciarli morire di fame”.
“Questa gente è trattata come merce, nessuno deve essere lasciato indietro”. Simone affronta così CasaPound e i residenti del suo stesso quartiere.
Nonostante la sua giovane età, il ragazzo ha deciso di prendere posizione in un momento in cui andare controcorrente non è una scelta facile da fare.
“È sempre la stessa cosa, quando ti svaligia casa un rom tutti dobbiamo andargli contro, se lo fa un italiano allora stiamo tutti zitti. Si va sempre contro la minoranza, a me non mi sta bene”.
La risposta di Casapound mira a sminuire la presa di posizione di Simone, a farlo sentire solo nel suo voler difendere i più deboli: “Sei uno su cento, solo tu pensi queste cose”.
“Almeno io penso”, è la risposta di Simone. “Almeno io non mi faccio spingere dalle cose vostre per raccattare voti”.
“E perché quelli della tua fazione politica non ci vengono qui?”, è la risposta di CasaPound.
“Io non ne ho fazione politica, io so de Torre Maura, tu di dove sei?”, è l’ultimo affondo di Simone contro chi è arrivato prontamente a Torre Maura a cavalcare l’odio per i propri interessi elettorali.
Il botta e risposta finisce quando una donna porta via il ragazzo, ricordando ai giornalisti: “Non potete riprenderlo, è minorenne”.
Luca Telese: Quegli sporchi zingari che nessuno vuole: la vergogna del pogrom anti-rom a Torre Maura