La Corte di Cassazione vieta ai ragazzi di Torino di portarsi il panino da casa e di consumarlo a mensa
La Corte di cassazione ha deciso che i ragazzi di Torino non potranno più consumare il panino da casa a mensa perché “non è un diritto soggettivo”, come recita la sentenza.
Chi accetta di rimanere a pranzo a mensa dovrà quindi mangiare il cibo preparato dalla scuola. La battaglia legale “del panino” va avanti da anni. Nel 2016 la corte d’appello di Torino stabilì che i genitori degli studenti potevano decidere se dare al figlio il pasto preparato a casa o lasciare che mangiassero a mensa.
Alla fine però la Cassazione ha eliminato la possibilità di scegliere se portarsi il panino da casa e ha annullato la sentenza della Corte di appello che aveva accolto la richiesta dei genitori del Comitato Caro Mensa.
“Un diritto soggettivo perfetto e incondizionato all’autorefezione individuale, nell’orario della mensa e nei locali scolastici, non è configurabile”, recita il testo della sentenza depositata il 30 luglio.
Il gruppo Facebook dei genitori di “CaroMensa Torino” ha però protestato con un post su Facebook:”La Cassazione a Sezioni Unite ha deciso: la scuola dell’obbligo gratuita da Costituzione è da buttare nel cesso, d’ora in avanti o paghi la minestra o salti la finestra (sempre che non ti portino via la casa per morosità)”. Per molti dei genitori di questo gruppo infatti la scelta del panino era data dalla maggior convenienza economica rispetto alla mensa.