Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, è tornato a parlare della questione migranti e della decisione del governo italiano di chiudere i porti alle navi delle ong. Ma le sue affermazioni fanno discutere la maggioranza giallo-verde.
Ospite del programma Accordi e disaccordi, sul canale Nove, l’esponente del Movimento Cinque Stelle ha analizzato il calo di consensi del suo partito a vantaggio della Lega. La spiegazione, secondo il ministro, sta nel fatto che mentre i pentastellati hanno varato alcuni provvedimenti i cui risultati si vedranno solo sul lungo periodo, gli alleati di governo hanno invece spinto per alcune riforme con un effetto mediatico sicuramente più immediato.
È successo con il decreto sicurezza, con Quota 100, ma soprattutto riguardo alle scelte dell’esecutivo sull’immigrazione. Su questo punto, però, Toninelli ha affermato che i meriti della chiusura dei porti italiani non sono da attribuire tutti alla Lega.
“Senza il sottoscritto – ha detto il ministro – Matteo Salvini non avrebbe potuto fare niente, ma io non vado in giro a dirlo, non mi importa nulla. Mi importa che ci sono meno morti, meno barconi che partono dalle coste della Libia”.
Il riferimento è al luglio 2018, quando lo stesso Toninelli annunciava di aver disposto il “divieto di attracco nei porti italiani”. In realtà, però, a quella dichiarazione non è mai seguita l’emissione di un documento ufficiale.
Per questo motivo, dall’estate scorsa il nostro paese ha di fatto quasi sempre rifiutato di fornire alle navi delle ong che soccorrono i migranti in mare l’autorizzazione a sbarcare sulle coste italiane. Al punto da arrivare a impedire lo sbarco anche alle imbarcazioni della nostra Guardia costiera (come nel caso della Diciotti).