A maggio del 2019 in Val Susa, in Piemonte, si tengono le elezioni comunali. Un voto dal grande significato in una zona interessata direttamente dalla costruzione dell’Alta velocità Torino-Lione e in cui i 5 Stelle solo un anno fa, in occasione delle politiche, ottenne percentuali bulgare.
I pentastellati fecero il pieno di voti nella Valle, ma difficilmente il successo del 2018 si potrà ripetere.
A pesare sul futuro politico dei 5 Stelle in Piemonte è la Tav. I pentastellati in occasione delle politiche fecero leva sulla rabbia della popolazione locale contro l’Alta velocità, promettendo di interrompere i lavori e salvare così la Valle.
Nonostante le promesse da campagna elettorale, il Movimento non è ancora riuscito a convincere il Governo a fare marcia indietro. Per questo motivo i 5 Stelle hanno deciso di adottare una particolare strategia per le elezioni comunali in Val di Susa: mimetizzarsi nelle liste civiche.
Nei 22 Comuni al voto, solo in due i candidati pentastellati hanno associato direttamente il loro nome a quello del Movimento, mentre negli altri, come detto, i 5 Stelle cercheranno di guadagnare consenso puntando sulla persona e non sulla fazione politica di appartenenza.
Un esempio su tutti è Sant’Antonino di Susa, dove il militante dei 5 Stelle che si propone come sindaco ha scelto di non associare il suo nome a quello del Movimento. Stesso discorso a Chiomonte e Giaglione, città in cui i pentastellati fecero il pieno di voti un anno fa e dove adesso rischiano di non ottenere grandi risultati.
La Tav – La Tav è uno dei dossier che ha creato maggior attrito tra Lega e M5s, oltre che tra il Governo italiano e l’Unione europea.
I 5 Stelle in campagna elettorale per le politiche del 2018 avevano fatto dello stop all’opera uno dei loro principali cavalli di battaglia, definendo la Torino-Lione inutile e raccogliendo così consenso nel Movimento No Tav, molto forte in Val di Susa.
Dopo 12 mesi la situazione è ancora in fase di stallo e di recente il Governo ha deciso di rimandare ogni decisione sui lavori a dopo le elezioni europee del 26 maggio, nonostante l’analisi costi-benefici abbia bocciato il progetto.
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