Momenti di tensione vicino al cantiere Tav di Chiomonte, in Valsusa, per la visita del ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ad “accogliere” il leader della Lega una cinquantina di attivisti No Tav che si sono schierati nei pressi della centrale idroelettrica, circondati da un ingente schieramento di forze dell’ordine in tenuta antisommossa.
Il tentativo di assalto dei manifestanti al cantiere è stato respinto dalle forze dell’ordine con diverse cariche.
La visita di Matteo Salvini a Chiomonte segna un vero cambio di passo della Lega sulla Tav e rischia di dividere il governo. Salvini ha spiegato così il suo ‘blitz’: “Portare solidarietà alle migliaia di poliziotti che da anni proteggono il cantiere”, “far capire che gli scavi sono iniziati” e “testimoniare come non è vero – come dicono i 5 stelle – che i lavori non sono neanche partiti”.
Ed è proprio in segno di “solidarietà”, ha spiegato Salvini al suo arrivo, che “indosso la giacca della polizia. Con buona pace dei vari Saviano e Fazio che mi attaccano”.
Per la Lega è il segnale di quanto il partito di via Bellerio creda nelle grandi opere: “Si può aggiornare l’opera” la linea da sempre del segretario della Lega. “Ci sono spese che possono essere eccessive, come la mega stazione di Susa, ma l’Italia non può essere isolata in Europa”.
“La nostra è assoluta opposizione del mondo che lui vorrebbe” ha replicato la storica attivista No Tav, Nicoletta Dosio. “Il mondo che noi vogliamo non è quello dove viene garantito il diritto di circolazione alle merci e ai capitali e negato alle persone. Noi mettiamo in discussione il suo sistema. La nostra sicurezza nasce dai diritti sociali, da un mondo vivibile, da una visione che è di pace vera. E non può esserci pace senza giustizia sociale”.
Quindi un messaggio al Movimento 5 stelle: “La sicurezza di queste valli viene da noi, dalle persone. Abbiamo poca fiducia in queste istituzioni e in questo governo. Il No al Tav alla Valsusa è un no alle maleopere, bancomat del grande capitale, che anche questo esecutivo sta portando avanti”.
Lo scontro nel governo sulla Tav
Ma è qui che si sta consumando lo scontro tra Salvini e Di Maio che ha contestato la visita “sì Tav” dell’alleato Leghista: “Io non vado a Chiomonte perché ancora non è stato scavato un solo centimetro, c’è solo un tunnel geognostico. Per me il cantiere non è un’incompiuta ma una mai iniziata”.
“La Tav è una spesa che può essere benissimo dirottata sulla metropolitana di Torino o sull’autostrada Asti-Cuneo. Lasciamo i soldi a quel territorio ma investiamoli per cose importanti e prioritarie”
Un’eventuale exit strategy sulla Tav passa inevitabilmente dall’interlocuzione con l’Europa e con la Francia. Il tentativo della Lega è quello di fare breccia nei confronti del Movimento, promuovendo la possibilità di rivedere – e anche di molto – la Torino-Lione senza però chiudere completamente le porte alla realizzazione dell’opera.
“Noi non cediamo di un millimetro, nel contratto di governo si sottolinea la necessità di rivisitare l’opera, non di cancellarla. E l’Europa e la Francia intendono portarla avanti”, spiegano fonti parlamentari della Lega.
Lo stesso Di Maio ha ricordato più volte che nel contratto di governo si parla di “ridiscussione dell’opera”. La partita quindi non sarebbe chiusa, anche se l’ala più movimentista dei pentastellati, con Alessandro Di Battista in testa, non è disponibile a dare alcun via libera all’opera.
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