Marco Ponti, presidente della commissione che ha condotto l’analisi dei costi e benefici sulla Tav Torino-Lione, non nasconde di nutrire delle “perplessità” sui risultati dell’analisi pubblicati oggi dall’ingegnere dei Trasporti Pierluigi Coppola, in netta contrapposizione rispetto alla relazione approvata dalla commissione.
Secondo Coppola, infatti, i benefici della linea ad alta velocità prevalgono sui costi per un valore compreso tra 400 milioni e 2,4 miliardi, mentre secondo la commissione guidata dal professor Ponti, c’è una sproporzione di costi di almeno 5,7 miliardi rispetto ai benefici ed esiste il rischio che il divario arrivi a toccare gli 8 miliardi (Qui tutto quello che c’è da sapere sulla Tav).
“Ho ovviamente delle perplessità, perché a noi risultano numeri totalmente diversi”, ha dichiarato il professor Ponti, contattato telefonicamente da TPI.it. “Coppola non è un economista ed è uno su sei. Ma è un libero cittadino, può scrivere quello che vuole”.
Ieri Ponti è intervenuto durante l’audizione in commissione Traporti alla Camera, difendendo il metodo utilizzato. “Non è un strumento perfetto”, ha voluto sottolineare. Ma, presi in considerazione alcuni difetti, il metodo “è quello assolutamente dominante”.
Coppola non è un economista ed è uno su sei. Poi è un libero cittadino, può scrivere quello che vuole. Analizzeremo i suoi conti e vedremo. Ma lui non ha una formazione economica e non ha partecipato a questo lavoro.
Non su questo. Ha partecipato all’impostazione con noi, esprimendo divergenze. Ma non ha partecipato a questo lavoro. È libero di esprimere quello che vuole, ma gli altri cinque la pensano diversamente e hanno un’esperienza internazionale appoggiata da una letteratura internazionale molto vasta. Poi per carità, si vedranno i numeri.
Può dire quello che vuole, ma è uno su sei.
Non sono vere. Alcuni di loro hanno lavorato 10 anni fa per periodi molto brevi per la mia società. Ma la maggior parte sono fieri concorrenti della mia società adesso. Concorrenti duri, perché sono molto bravi. In particolare Drufuca, che è un bravissimo esperto del settore.
No, ha fatto parte del consiglio di amministrazione per un breve periodo, non ha mai preso un soldo. Abbiamo fatto alcuni lavori insieme, ma molto tempo fa. Oggi è un concorrente, ha una sua società. Scrivono cose assolutamente false per mettere in cattiva luce i miei presunti conflitti d’interessi.
Ieri in commissione ho chiesto di analizzare le mie risorse, quanto ho preso dalla società e quanto ho pagato di mia tasca per fare delle ricerche, e quante ricerche ho fatto per il Politecnico senza avere un euro di compenso. Anche una da 100mila euro, non ho preso un euro, perché mi bastava il mio stipendio di professore. Ma questo non lo dice nessuno. E attualmente lavoro gratis.
È vero, ma non lo dicono mai. Non so perché, provi a spiegarmelo lei.
Assolutamente no. È come un medico. Se a un medico fanno vedere la scheda di un paziente e gli chiedono un parere, da cui risulta che sta molto male, ha una serie di problemi gravissimi, il medico – secondo la sua coscienza professionale – dice: “Secondo me questo paziente è gravemente ammalato”. Alcuni studiosi, che hanno visto quei numeri negli anni passati, hanno detto: “no, il paziente è sanissimo”. Altri studiosi, assai autorevoli, hanno detto: “quel paziente è molto ammalato”. Questo non vuol dire avere alcuna posizione. Il medico ha forse una posizione preconcetta contro il paziente? Sarebbe ridicolo.
Se avessi presentato alla Banca Mondiale – da cui provengo – quei numeri, chiedendo un finanziamento, sarei stato licenziato il giorno stesso. Non c’è nessuna preclusione ideologica. Io ho anche stroncato delle autostrade, e le autostrade mi hanno fatto espellere dal ministero e mi considerano un fiero loro avversario. Io faccio i conti, e li facevo anche prima però.
Sì, ma perché sono i numeri. Le ragioni del no sono che c’è poco traffico e l’opera costa carissima. Qualsiasi medico avrebbe detto: le ragioni della cattiva salute del paziente vengono dalle radiografie e dal suo stato generale. Non è una questione di ideologia: per un politico sì, ma per un tecnico no, a meno che non sia un tecnico venduto. Io credo di non esserlo, anche perché lavoro gratis, questa è una garanzia.
È il mondo la garanzia. Questo è considerato il metodo meno manipolabile al mondo e, infatti, è il metodo dominante. Occorre solo un po’ di cultura per capire le parole, se si vuole capirle. Poi tutte le opere umane sono manipolabili, soprattutto quelle che devono fare previsioni sul futuro. Quelli a favore del progetto immaginano che il traffico triplichi in pochi anni.
Ma è vero che questo metodo si discosta dalle linee guida dei paesi Ue sulle analisi costi-benefici?
Non è vero, è solo un’interpretazione del calcolo del surplus di una parte della domanda. Solo per quell’aspetto approfondisce il tipo di analisi da fare, perché le linee guida rimangono generiche, non specificano. C’è una vastissima letteratura in questo senso che abbiamo presentato.
Può dire quello che vuole, ma è uno su sei.
Ma allora cosa facciamo: se ci sono cinque pareri divergenti li pubblichiamo tutti? Io sono il coordinatore della commissione e si va ovviamente a maggioranza, se no come facciamo? Coppola è liberissimo di fare una relazione di minoranza. Poi ha deciso di consegnarla alla stampa, ma le sembra una cosa ragionevole che l’abbia data prima ai giornali che non al ministero?
E ha avuto l’autorizzazione a consegnarla alla stampa prima che fosse pubblicata dal ministero? Se l’ha avuta ha fatto benissimo a farlo.
Questo è un parere della commissaria Bulc, sarà discusso in sede politica. Io ho avuto l’incarico di fare un’analisi costi benefici, che ha i suoi limiti, come tutti gli strumenti. Questo è quello che ho fatto. Come reagiranno gli interlocutori è un problema di negoziato politico che esula dai miei compiti. Io credo di aver fatto bene i compiti che mi sono stati affidati, e gratis.
Devo analizzare i conti che ha fatto Coppola. Ho ovviamente delle perplessità, perché a noi risultano numeri totalmente diversi. Ma per carità, analizzeremo i suoi numeri. È un degno studioso, lo rispetto molto, ma non è un economista di formazione e non ha scritto nulla di analisi costi benefici, che è una tecnica molto specifica.
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