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Tasse per le prostitute

Le prostitute non sono riconosciute come lavoratrici dal Fisco, ma ora chiedendo di essere tassate e di ricevere una pensione

Di Anna Ditta
Pubblicato il 21 Feb. 2014 alle 08:59

Efe Bal è una transessuale turca di 36 anni che da 14 anni vive a Milano. Fa la prostituta e si è ormai conquistata il titolo di “trans più pagata d’Italia”. Proprio per il suo ingente conto in banca, è stata presa di mira dal Fisco, che le ha irrogato una multa di 450 mila euro per evasione fiscale.

Per questo mercoledì scorso Efe Bal ha inscenato una protesta recandosi nuda davanti alla redazione del Corriere della Sera. La notizia è finita anche sul quotidiano britannico Guardian, che racconta come in un paradosso tutto italiano le prostitute continuino ad essere multate dall’ufficio delle imposte per evasione fiscale, anche se non è stato dato loro modo di pagare le tasse.

“Voglio pagare le tasse e ottenere i miei diritti dopo aver rispettato i miei doveri di cittadino”, ha detto Efe Bal, che prima della crisi economica riusciva a guadagnare fino a 20 mila euro al mese, mentre ora ne guadagna 10 mila. “Se tassassero anche noi prostitute, riconoscendoci i nostri diritti, potrebbero evitare di far pagare l’Imu a tanta povera gente”, ha spiegato, suggerendo una struttura fiscale ad aliquote decrescenti per fasce d’età, che faccia pagare alle prostitute meno tasse, mano a mano che invecchiano.

In questi giorni, il tema sta facendo discutere anche in politica e in particolare nella regione Veneto, dove il 20 febbraio il consiglio regionale ha approvato una mozione del leghista Cristiano Corazzari. La mozione chiede alla giunta di attivarsi, insieme alle altre regioni, per chiedere al governo la regolarizzazione della prostituzione come lavoro autonomo, sull’esempio di quanto è stato fatto negli ultimi anni in Olanda, Germania, Austria e Svizzera.

In Italia il numero delle donne che si prostituisce, secondo il “Gruppo Abele” è pari a 70 mila, per 9 milioni di clienti, con un giro di affari di milioni di euro. Una buona parte di loro arriva dai Paesi dell’est (Albania, Romania e Moldavia in particolare), dalla Nigeria e di recente dalla Cina. Le transgender, per lo più provenienti dal Brasile, sono inoltre in aumento.

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