Durante il question time alla Camera, il deputato di Leu (Liberi e Uguali) Erasmo Palazzotto ha interrogato il ministro dell’Interno Matteo Salvini sulla vicenda che riguarda Pietro Gallo, l’uomo che ha dichiarato di essersi offerto volontariamente a Salvini e alla Lega per fornire prove contro le Ong lavorando a bordo della Vos Hestia – imbarcazione utilizzata da Save The Children per i salvataggi in mare.
Pietro Gallo aveva dichiarato di aver chiesto protezione in caso di perdita del lavoro e di aver ricevuto rassicurazioni, ma poi di aver perso il lavoro ed essere stato abbandonato da tutti.
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Il compito di Pietro Gallo era quello di documentare presunti illeciti nella gestione dei salvataggi dei migranti, scattare fotografie, arrivare persino a registrare delle conversazioni con esponenti di Save The Children.
“Il 23 gennaio”, annuncia Palazzotto, “ha dichiarato di essere in possesso di evidenze di presunti legami tra Ong e trafficanti di esseri umani, dichiarazioni che si aggiungono a quelle degli ultimi giorni di Pietro Gallo. Le chiedo di spiegare a questo Parlamento e ai cittadini italiani a quale titolo abbia svolto queste attività di raccolta di informazioni sulle Ong, e se le informazioni di cui dichiara di essere in possesso sono state acquisite con le stesse modalità o sono stati coinvolti corpi dello stato che hanno agito sotto diretto impulso del suo ministero e quindi senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria”.
All’interrogazione di Palazzotto, il ministro Salvini ha così replicato:
“La documentazione su irregolarità addebitate ad alcune ong che operano nel Mediterraneo è oggetto di approfondimento, non da parte del ministro, ovviamente, ma da parte delle autorità di pubblica sicurezza che hanno raccolto questi elementi, e come in altri casi in precedenza dell’autorità giudiziaria”.
“Ricordo che sono incardinati tre procedimenti: uno nella procura di Trapani, sulle navi Juventa, Vos Prudence e Vos Hestia, uno della procura distrettuale di Catania sulla motonave Aquarius, e una di Ragusa sulla motonave Open Arms”.
“Per il mio mestiere sentivo e sento quotidianamente persone che lavorano nell’amibito del settore dell’immigrazione e qualunque elemento mi venga fornito viene trasferito ovviamente a chi di competenza che ne valuterà la consistenza. Così operavo anche in passato in maniera assolutamente trasparente senza ovviamente promettere niente a nessuno, men che meno posti di lavoro, con l’unico interesse della tutela della sicurezza nazionale.
“Sono convinto”, prosegue Salvini, “che da otto mesi di operare per difendere la sicurezza di chi parte e muore e viene usato da dei trafficanti di esseri umani che grazie al loro traffico comprano armi e droga. Ribadisco fin che canto che io complice di trafficanti non lo sarò mai da ministro e da cittadino italiano”.
Il ministro Salvini ha in qualche modo eluso la domanda del deputato Palazzotto, il quale ha così ribadito:
“Il ministro è molto abile a schivare le risposte e non ci ha detto se queste attività delle forze di polizia sono state eseguite su suo impulso o dell’autorità giudiziaria. Ma il fatto che lei dica che le deve trasferire ci dice molto”.
“La sua risposta ci dice molto sulla sua concezione della democrazia. Stiamo parlando di questioni politiche e di quanto sia pericoloso per la tenuta del paese una persona come lei nel ruolo che ricopre”.
“Questa vicenda ci dice molto anche della sua ossessione per le ong e di come abbia usato una questione delicata come la gestione dei flussi migratori per costruire consenso lucrando sulle paure dei cittadini italiani, alimentando odio e xenofobia”.
“Utilizzando la sua propaganda per delegittimare il lavoro di migliaia di persone che in questi anni hanno salvato centinaia di migliaia di vite umane, mentre lei con il suo scelte politiche è invece responsabile delle migliaia di morti in mare in questi mesi nel Mediterraneo centrale”.
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