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Trento, la capo di gabinetto dell’assessore e la svastica sul polpaccio

Di Giovanni Macchi
Pubblicato il 5 Mar. 2019 alle 19:00 Aggiornato il 6 Mar. 2019 alle 12:01

“Non è una svastica. È una runa”. Per la precisione “la conclusione del ciclo delle Rune del canto di Odino, per la precisione la diciottesima. Ne ho altre dodici da un’altra parte e 24 da un’altra ancora”.

La linea difensiva adottata da Marika Poletti, capo di gabinetto dell’assessore della provincia di Trento agli Enti locali, Mattia Gottardi, è quella di mostrarsi “cultrice della cultura popolare”, di una “simbologia millenaria”.

Nessun riferimento, quindi, al nazismo. Una difesa, quella dell’ex presidente locale di Fratelli d’Italia e oggi “vicina” al Carroccio  (alla guida della provincia c’è il leghista Maurizio Fugatti), necessaria dopo le critiche arrivate per la denuncia di Alessandro Giacomini, ex presidente dell’associazione laici trentini che ha girato a diverse redazioni le foto del tatuaggio della capo di gabinetto dell’assessore Gottardi.

Marika Poletti, come detto, nega ogni simpatia nazista. “Anche il segno della pace è una runa. E allora cosa facciamo? Torchiamo quelli che vanno in giro con il simbolo della pace a spilletta o adesivo dicendo che sono filo nazisti anche loro”.

La difesa di Poletti, però, scricchiola. Basta farsi un giro sulla sua pagina Facebook per notare qualcosa che cozza con la sua tesi di donna di pace e, soprattutto, non nazista.

Un esempio per tutti: quanti, tra i “pacifisti”, usano l’immagine qui sotto per augurare “buon Natale” ai propri amici? O meglio, “Merry Christmas”?

Soprattutto scritto “X Mas” così?

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