L’ex carabiniere Marco Camuffo è stato condannato dal Tribunale di Firenze a 4 anni e 8 mesi. L’uomo è accusato di violenza sessuale aggravata per avere abusato di una studentessa americana di 21 anni, che aveva bevuto al punto da non potere opporre resistenza.
Camuffo aveva scelto il rito abbreviato e per lui il pm Ornella Galeotti aveva chiesto 5 anni e 8 mesi, tenendo conto dello sconto.
Il collega di pattuglia Pietro Costa è stato rinviato a giudizio con le stesse accuse nei confronti un’altra studentessa americana. Per lui il processo inizierà il 10 maggio 2019.
Nel corso dell’udienza, che si è svolta di fronte al giudice Fabio Frangini, Camuffo ha fatto una dichiarazione spontanea, dichiarando che non era stata sua, ma del collega, l’idea di accompagnare a casa con l’auto di servizio le due studentesse americane, conosciute alla discoteca Flo in piazzale Michelangelo.
Ha anche aggiunto che la ragazza, con cui ha avuto un rapporto sessuale sulle scale del palazzo in cui abitava, non aveva detto no ai suoi approcci. La ragazza, invece, ha spiegato sin dal primo momento che era spaventata, considerato anche che l’uomo aveva una pistola.
I fatti risalgono alla notte tra il 6 e il 7 settembre 2017, quando due studentesse americane, di 19 e 21 anni, denunciano al 113 di essere state violentate da due carabinieri che le avevano riaccompagnate a casa a bordo dell’auto di servizio. Le due studentesse alloggiavano a Firenze, dove si trovavano per motivi di studio.
L’ospedale aveva accertato che le ragazze, a circa tre ore di distanza dall’episodio denunciato, avevano un tasso alcolemico di circa 1,5 grammi per litro.
I due militari, oggi destituiti dall’Arma, erano stati iscritti sul registro degli indagati per violenza sessuale aggravata dalla divisa ed erano stati sospesi dall’Arma. Nei loro confronti la procura fiorentina aveva avanzato anche una richiesta di interdizione, poi rigettata dal giudice.
Il gip Mario Profeta aveva definito “gravissimi” gli indizi raccolti nei confronti dei due carabinieri. “I due carabinieri in contrasto con le regole note anche alla più inesperta recluta hanno usato l’auto di servizio per accompagnare due civili. E dopo averle fatte entrare nel portone hanno avuto un approccio sessuale”, aveva affermato.
Il giudice aveva escluso l’ipotesi della “macchinazione” da parte delle ragazze americane che, dopo avere interrotto in anticipo il loro soggiorno di studi, erano tornate in Italia a novembre 2017 per l’incidente probatorio, necessario per congelare processualmente la loro versione.
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