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La violenza sulle donne non è un problema che riguarda solo gli immigrati

Un migrante stupra una donna: fa notizia, genera indignazione ed evoca la castrazione chimica. Eppure la violenza sulle donne non è affatto un problema di stranieri

Di Laura Melissari
Pubblicato il 2 Feb. 2017 alle 16:00

Un migrante stupra una donna. Fa notizia, genera indignazione ed evoca l’idea della castrazione chimica. Eppure la violenza sulle donne non è affatto un problema solo degli stranieri. È già un problema grave, imponente e ingombrante da solo, senza che gli sciacalli ci banchettino sopra. E lo dicono i dati.

Non solo non sono gli stranieri il vero problema delle donne violentate, ma sono gli stessi partner, italiani con tanto di passaporto, nel 62,7 per cento dei casi, a stuprare la propria compagna. 

La polemica dei “migranti che stuprano le nostre donne”, è vecchia e stantia, e non è supportata dai dati. Ma puntualmente torna, insieme ai fatti di cronaca. Il problema non è che uno straniero ha stuprato una donna. Il problema è che un uomo ha stuprato una donna. E nel mondo, una donna su tre ha subito violenza fisica o sessuale.

L’1 febbraio 2017 un migrante ha sequestrato e molestato un’operatrice del centro di accoglienza in cui viveva. Si tratta di un 25enne nigeriano, ospite di una struttura per immigrati a Giugliano, in provincia di Napoli. È solo uno delle migliaia di molestatori e stupratori che circolano nel nostro paese, di ogni nazionalità e latitudine.

Ma la notizia ha scatenato migliaia di commenti indignati in rete, su tutti quello del leader della Lega Nord, che ha invocato la castrazione chimica. Fa strano vedere come non sempre le notizie di stupri, violenze sessuali e domestiche abbiano la stessa eco mediatica, la stessa dose di indignazione. 

Secondo i dati Istat, in Italia sono 6 milioni e 788 mila le donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Di queste il 31,5 per cento sono donne tra i 16 e i 70 anni. Del totale, il 20,2 per cento ha subìto violenza fisica, il 21 per cento violenza sessuale, il 5,4 per cento forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. 

Per quanto riguarda gli stupri, sono 652 mila le vittime e 746 mila le vittime dei tentati stupri. 

Se non è vero, dati alla mano, che gli stranieri abbiano un primato sugli stupri, è vero il contrario: le donne straniere, esattamente come quelle italiane, hanno subìto violenza fisica o sessuale nel corso della vita (31,3 per cento e 31,5 per cento).

La violenza fisica è addirittura più frequente fra le straniere (25,7 per cento contro 19,6 per cento), mentre quella sessuale più tra le italiane, con il 21,5 per cento delle vittime.

Le straniere sono più soggette a stupri e tentati stupri (7,7 per cento delle donne straniere contro il 5,1 per cento delle italiane). 

Gli autori di molestie sessuali sono persone sconosciute nel 76,8 per cento dei casi. 

Il ministero dell’Interno fornisce i dati sugli autori delle violenze sessuali, che sono italiani in più di sei casi su dieci. Il Viminale ha riferito inoltre che gli autori di stupro sono di nazionalità italiana nel 60,9 per cento dei casi. Il 7,8 per cento dei violentatori è romeno, mentre il 6,3 per cento è marocchino.

Che sia l’uomo che si ama, che sia un migrante, un pugliese, un veneto, un professore, un avvocato, un vegetariano, un mancino, un immigrato, un fascista, un comunista, un amante dei gatti o delle corse in moto, poco importa. Il problema della violenza sulle donne è grave. È ora che in Italia, e nel resto del mondo, lo si affronti con analisi basate sull’evidenza e sui numeri, non sui pregiudizi.

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