striscione colosseo forza nuova | Quello degli striscioni è diventato un vero e proprio tormentone. Da Bari a Torino, da Palermo a Milano, in tantissime città d’Italia, esporre striscioni è divantato un fenomeno virale, specie da quando la polizia o la Digos è accorsa per rimuoverli in concomitanza di comizi elettorali o manifestazioni.
Una decisione che non ha spento la voglia di manifestare e che ha invece acceso la viralità di quello che per alcuni si è trasformato in un gioco, per altri è un vero e proprio diritto di manifestare il libero pensiero.
Tra i manifesti più controversi e dibattuti, però, ci sono quelli di Forza Nuova, il movimento di estrema destra capeggiato da Roberto Fiore, personaggio politico dal passato fumoso.
Così, nella serata di giovedì 23 maggio, sul ponte che costeggia via del Fagutale a Roma e che si affaccia sul Colosseo, è apparso un manifesto che recitava: “Europee 2019: i fascisti votano Forza Nuova”.
Non è del tutto verificata la paternità degli striscioni, dunque non è possibile attribuirne la stesura a Forza Nuova, anche se alcuni elementi, come il font e il retro dello striscione, fanno pensare che si tratti proprio del movimento di estrema destra.
Non ci è voluto molto prima le che forza di polizia arrivassero a rimovere lo striscione, accompagnati, per la verità, dalle risate dei ragazzi che lo avevano steso: un gruppo di circa 10 persone, per lo più giovani, che hanno stappato due bottiglie di spumante.
Gli striscioni rimossi: alcuni episodi
Eppure in “Questa Lega è una vergogna” non ci sono minacce di morte, anche e soprattutto se si pensa che si tratta della citazione di una canzone di Pino Daniele, da cui prende il nome anche il comitato che si è attivato per appendere il messaggio contro il vicepremier. Gli agenti della Digos, però, hanno bussato a casa della signora proprietaria del balcone e hanno chiesto a chi aveva affisso lo striscione di toglierlo.
Come pure tanti altri striscioni comparsi sui palazzi che affacciano sulle piazze in cui Matteo Salvini, nelle ultime settimane, ha tenuto i suoi comizi elettorali in vista delle elezioni Europee. Il 15 maggio anche Firenze si prepara all’arrivo del vicepremier leghista di domenica e sulle facciate dei palazzi spuntano i primi lenzuoli.
Il 13 maggio sono stati i pompieri – sempre su indicazione della Digos – a rimuovere un altro striscione. “Non sei il benvenuto”, recitava il pezzo di stoffa bianca appeso su un balcone di Brembate.
Sempre il 14 maggio, a Campobasso ad accogliere Matteo Salvini sono stati ben 200 striscioni. “I terroni non dimenticano”, si legge in uno dei tanti. Da nord a sud, la disapprovazione nei confronti del vicepremier leghista tanto impegnato in questa campagna elettorale si manifesta affiggendo striscioni.
Il 10 maggio Salvini è stato contestato in Calabria. A Catanzaro sono comparsi diversi striscioni contro il ministro dell’Interno: “La Calabria è terra accogliente, Salvini però tu vattene”. E ancora: “Buonisti un cazzo”, “Non in mio nome” e, ancora, “La Lega è una vergogna”.