Tifanny De Abreu prima era un uomo, ora è una donna: così è scritto sui suoi documenti. Quello del 2017 è il suo primo campionato di pallavolo femminile dopo il cambiamento di sesso. Da febbraio gioca nella Golem Volley di Palmi, in provincia di Reggio Calabria.
E in Italia ha creato un vero e proprio caso. Le squadre rivali hanno minacciato una class action e sono in molti a chiedersi se a una atleta transgender, persino dopo il cambio di sesso, può essere consentito di giocare nel campionato opposto senza per questo alterare gli equilibri della partita.
Un atleta è solo la velocità che riesce a raggiungere, i centimetri che può saltare, oppure è soprattutto tattica, tecnica, esperienza? Perché nel primo caso è la fisicità, quindi il sesso biologico, a contare, nel secondo invece è la persona, l’atleta a fare la differenza.
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Tifanny, è stata dura l’infanzia in Brasile?
Sono cresciuta a Goiania senza padre, solo con mia madre in una famiglia di sette fratelli. Ci ha cresciuti da sola. Eravamo poveri. Mia madre aveva dei lavori saltuari, cuciva vestiti, ma non aveva un vero e proprio lavoro. A diciassette anni ho visto la squadra brasiliana giocare ai Giochi Olimpici e ho deciso che avrei fatto la pallavolista.
Ti sei sempre sentita una donna?
Sì da sempre. È così è basta. Dovevo diventare una donna.
Come hanno reagito in famiglia?
Gliel’ho detto quando ho cominciato il cambiamento di sesso, giocavo già in Olanda. Hanno reagito normalmente. Mi hanno detto che mi amavano e che avrei fatto comunque parte della famiglia. È stato molto importante.
Quando eri a scuola e quando hai cominciato a giocare nel campionato maschile ti prendevano in giro? Ti discriminavano?
Sì quando giocavo nel campionato maschile moltissimo. È normale, giocavo con gli uomini. Stessa cosa a scuola, ero molto femminile. Ho cercato di non dare peso alla cosa e di crescere. È stato difficile soprattutto durante il cambiamento di sesso, nel 2013, perché non sembravo né un uomo né una donna. Mi chiamavano ‘travestito’. Adesso non capita più.
Spesso si tende a semplificare: se ti senti donna in un corpo da uomo hai la possibilità di poterti operare e cambiare definitivamente, fine della storia. Non è molto più difficile di così?
Quando prendi gli ormoni vivi alti e bassi pazzeschi. Io ho deciso di cambiare sesso perché mi sentivo totalmente una donna e volevo essere totalmente una donna. Ora quando mi guardo allo specchio mi riconosco.
Il momento peggiore del cambiamento di sesso?
Quando prendi gli ormoni. Non cambi solo fuori; cambi dentro, nella testa. È molto difficile come percorso e lo si porta a termine solo se determinati. E io lo sono stata.
Il primo pensiero quando ti sei svegliata dalla chirurgia, da donna?
Ce l’ho fatta.
Qual è la situazione degli atleti transgender nel mondo? Lo sport sta diventando più aperto?
Sì sta cambiando. Anche se ci sono ancora molte persone che non accettano le differenze. Bisogna stare attenti, può essere pericoloso a volte e si corrono dei rischi in prima persona.
Alcune squadre del campionato femminile ti accusano di giocare con una forza e una capacità fisica da uomo. Però da quando hai cominciato ad assumere ormoni hai perso circa 40 centimetri di elevazione, giusto?
Sì ho perso tantissima forza. Le persone non sanno davvero di cosa parlano. Quando si prendono gli ormoni il corpo cambia. Vorrei dire loro di prendere degli ormoni e vedere cosa si prova.
Ma una giocatrice di pallavolo è solo forza fisica oppure contano altre cose?
Io sono una buona giocatrice. Molte persone credono che sia solo un fatto di forza o di altezza. Invece devi avere la tecnica. Devi avere i colpi. Devi sapere come giocare. E soprattutto non giochi da sola. Hai bisogno del gioco di squadra.
Il Presidente del Coni Giovanni Malagò ti ha pubblicamente difeso contro le critiche.
Mi ha fatto piacere che un uomo della sua intelligenza abbia anche capito il ruolo degli ormoni nel percorso di un atleta.
Sono costosi i trattamenti per il cambiamento di sesso?
Ho speso tutti i miei soldi. Un intervento per il cambiamento di sesso, solo l’operazione chirurgica, può costare fuori dall’Europa circa 8.000 dollari.
Le persone ti scrivono su Facebook? La tua storia è nota
Sì. Sono fidanzata eppure molti uomini mi scrivono dei messaggi volgari. Mi molestano. Altre persone, e sono tante, mi scrivono messaggi di solidarietà e di stima. Soprattutto italiani e brasiliani.
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