Napoli, San Giovanni a Teduccio, 8 settembre ore 7.45: un commando armato fa fuoco all’altezza del civico 33 esplodendo in aria dieci colpi. A quell’ora la strada è già popolata: pendolari e lavoratori sono in movimento. È il panico. Le scuole ancora chiuse evitano che sia una strage.
Non si registrano feriti, solo danni a cinque auto parcheggiate, tutte raggiunte dai proiettili.
La città si risveglia con i colpi di pistola della camorra. Si chiamano “stese” e quest’ultimo episodio mostra tutta la camorristica arroganza e l’alta pericolosità.
Le stese sono colpi sparati all’impazzata da elementi, spesso giovanissimi, dei nuovi clan che stanno prendendo il posto delle storiche cosche della camorra, decapitati da arresti e condanne: si spara per affermare il controllo sul territorio, allo scopo di spaventare eventuali rivali.
I raid rappresentano una vera e propria strategia della camorra per incutere paura e sottomissione. Per dire: qui comando io e questo è il mio territorio. Ma quel territorio, quei territori, sono dello Stato.
E bisogna riappropriarsene prima che il prezzo sia troppo alto. Bisogna affermare la presenza dello Stato in quelle ore dove i camorristi agiscono.
Il rischio è sempre alto: due giorni dopo, il 10 settembre, la Polizia ha recuperato 18 bossoli in piazza Mercato, dopo una segnalazione al 113. I colpi sono stati esplosi da sconosciuti intorno alle 21. Nessuna persona è rimasta ferita, né si segnalano danni. Si indaga anzitutto esaminando i filmati di videosorveglianza disponibili nella zona. stese Napoli camorra
4 settembre, nella notte a Forcella, quattro persone in sella a due moto di grossa cilindrata sparano in aria diversi colpi di pistola. Una donna di 52 anni, Anna Celentano, rimane ferita.
Accade in via Vicaria Vecchia, la stessa strada in cui nel 2004 trovò la morte la tredicenne Annalisa Durante, colpita da una pallottola vagante.
La zona è una roccaforte del clan Giuliano di Forcella, da sempre sotto l’egida della cosca che una volta era dei boss Luigi, Salvatore e Guglielmo e che adesso è passato sotto il controllo dei nipoti. Se fosse confermata l’ipotesi della stesa questo farebbe protendere per un riaccendersi della faida con il clan Mazzarella. stese Napoli camorra
La zona di Napoli est è da tempo contesa tra clan rivali, il fenomeno delle stese è ormai particolarmente frequente.
Si ricordano in particolare due episodi in occasione della festa del 25 aprile nella zona dell’Anticaglia (nei pressi del Policlinico) e in serata a San Giovanni a Teduccio, presso il rione Villa. stese Napoli camorra
Nel primo caso, di giorno e in pieno centro storico, alcuni passanti e residenti avevano sentito diversi spari al passaggio di un gruppo di giovani a bordo di scooter.
Invece, durante la serata, erano stati esplosi diversi colpi d’arma da fuoco sotto l’abitazione di Giovanni Salomone, 51enne e cognato dei fratelli D’Amico di San Giovanni a Teduccio.
I D’Amico sono alleati dei Mazzarella e di conseguenza rivali dei Rinaldi. La “stesa” era avvenuta al corso Portopisani, zona in cui vivono i Salomone e altri affiliati dei D’Amico. Appena scattato l’allarme lanciato dai residenti, era intervenuta la polizia.
Gli agenti della scientifica trovarono a terra 7 bossoli calibro 9. L’atto criminale non ebbe gravi conseguenze per nessuno.
Lo scorso 13 aprile, sempre Salomone era stato obiettivo dei killer delle organizzazioni criminali rivali. Il 51enne si era recato spontaneamente al pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare per una ferita d’arma da fuoco.
Il clima è teso nel quartiere dove i due sodalizi contrapposti si contendono il territorio a suon di atti intimidatori.
La situazione è stata resa ancora più calda dalla scarcerazione record del boss Ciro Rinaldi – conosciuto come “My Way”– tornato libero lo scorso 12 aprile dopo che era stato arrestato per essere stato il presunto mandante dell’agguato a Ponticelli in cui morirono Raffaele Cepparulo e l’innocente Ciro Colonna. stese Napoli camorra
Duro il commento del sindaco De Magistris: “Il Governo non fa nulla per la sicurezza. Non rafforza la presenza delle forze di polizia, né fa concorsi, acquista autovetture, o paga gli straordinari per avere più pattuglie in strada di notte”.
“Se volete che la sicurezza si consolidi a Napoli, come altrove, andate dal ‘vostro ministro dell’Interno – scrive il sindaco in un post – e ditegli di rafforzare le presenze delle forze di polizia, di fare concorsi, di acquistare autovetture, di pagare gli straordinari per avere più pattuglie in strada di notte”.
“Ditegli anche di consentire ai comuni, compreso Napoli, di poter assumere personale della polizia locale, da graduatorie già pronte, di poter avere gli strumenti normativi necessari per rafforzare il lavoro per la sicurezza”.
Insomma fate qualcosa di concreto per la sicurezza e se il ministro vi dovesse dire che non ci sono risorse ricordategli, se potete, che deve restituire 49 milioni di maltolto agli italiani. Con quei soldi anche la sicurezza sarebbe più forte”. stese Napoli camorra
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