Stefano Cucchi ultime notizie | Il caso e l’inchiesta sul pestaggio e la morte
“Siamo innocenti, tutto diventa doppiamente tragico se si aggiunge il tradimento di un collega. Un atteggiamento che è dettato da ragioni di opportunità”.
È quanto hanno detto ai loro legali Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, i due carabinieri accusati dal collega Francesco Tedesco del pestaggio ai danni di Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre 2009, a 31 anni, sei giorni dopo essere stato arrestato per detenzione di stupefacenti. (Qui le cause della morte)
Antonella de Benedictis, avvocato di Di Bernardo, ha riferito quanto le ha detto il suo assistito in merito alla confessione di Tedesco. A questo link tutti i dettagli.
“Forse si è aperto uno spiraglio di luce: mi sembra che sia la prima volta che un militare di quelli presenti quella sera ha riferito la sua verità, che ora dovrà passare al vaglio dell’autorità giudiziaria, ma noi siamo al fianco dell’autorità giudiziaria, perché è ora che siano accertate tutte le cause e le dinamiche di quanto successe quella sera”. Lo ha detto Giovanni Nistri, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, ai microfoni di Radio Capital.
L’inchiesta per falso ideologico e soppressione di documento pubblico
“C’è un ramo dell’inchiesta del pm Giovanni Musarò sull’omicidio di Stefano Cucchi che cammina veloce e promette di non fermarsi. Due distinti fascicoli per falso ideologico (già quattro i carabinieri indagati) e soppressione di documento pubblico” scrive Carlo Bonini sulle pagine di Repubblica.
Dopo la confessione del carabiniere Francesco Tedesco – sarà ascoltato in aula entro gennaio – si apre un nuovo filone circa le responsabilità dell’Arma: “Chi ha sequestrato la verità per nove lunghissimi anni? Chi ne aveva e ne ha ancora paura?”.
Tedesco ha infatti rivelato dell’esistenza di una nota scritta da lui stesso in cui spiegava che cosa era successo a Stefano Cucchi. La nota sarebbe stata inviata alla stazione Appia dei carabinieri e sarebbe stata fatta sparire (qui il suo racconto).
Stefano Cucchi ultime notizie | I due nuovi filoni di inchiesta
Scrive ancora Repubblica:
“Sono infatti solo e soltanto dei carabinieri – e si tratterà ora di stabilirne l’identità, il numero, la posizione nella scala gerarchica – i falsi che dovevano far deragliare la ricerca della verità. Almeno sette. Furono falsificati il verbale di arresto e perquisizione di Cucchi. Fu falsificato il registro del fotosegnalamento della caserma Casilina dove Stefano era stato pestato. Furono falsificate le due annotazioni della caserma di Tor Sapienza dove Stefano era stato trasferito per trascorrere la notte in attesa del processo per direttissima (vennero taciuti gli evidenti segni del pestaggio appena subito). Furono falsificati non solo il registro che custodiva la nota di servizio con cui, il 22 ottobre 2009, giorno della morte di Stefano, Tedesco aveva informato per iscritto la propria scala gerarchica di quanto accaduto davvero, ma anche e soprattutto la sequenza informatica dei protocolli interni all’Arma che, a posteriori, avrebbe potuto consentire di risalire non solo all’esistenza di quella ‘nota’, ma anche di accertarne la sparizione. Sette falsi macroscopici”.
Stefano Cucchi ultime notizie | Il pestaggio e la morte
Per Bonini i falsi “rendono difficile credere siano stati cucinati in solitudine da un maresciallo (Roberto Mandolini, comandante all’epoca dei fatti della caserma Appia) e quattro appuntati. E che lasciano immaginare complicità altre, e più alte in grado”. Da qui, i nuovi possibili filoni di indagine.
Sulla storia queste le parole del pm: “Secondo quanto messo a verbale da Tedesco, il maresciallo Roberto Mandolini sapeva fin dall’inizio quanto accaduto: Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro furono gli autori del pestaggio su Cucchi e Vincenzo Nicolardi, quando testimoniò nel primo processo, mentì perché sapeva tutto e ne aveva parlato in precedenza con lui”.
Quando è morto Stefano Cucchi
Il geometra romano Stefano Cucchi è morto il 22 ottobre 2009, sei giorni dopo essere stato arrestato per detenzione di stupefacenti. (Qui le cause della morte)
La famiglia di Cucchi ha vissuto ben sette anni di processi, che hanno visto oltre 40 udienze, insieme a perizie, maxi perizie, centinaia di testimoni e decine di consulenti tecnici ascoltati.
L’inchiesta bis avviata a dicembre 2015 si è chiusa con la richiesta da parte della procura di Roma del rinvio a giudizio di cinque carabinieri coinvolti, tre dei quali devono rispondere di omicidio preterintenzionale pluriaggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, abuso di autorità contro arrestati, falso ideologico in atto pubblico e calunnia.