Un salto nel passato e uno sguardo al futuro: questo significa per l’amministratore delegato di Starbucks, Howard Schultz, l’apertura di un negozio nel centro di Milano. Proprio nel capoluogo lombardo a Schultz venne l’idea di far nascere, ormai più di trent’anni fa durante un viaggio, quella che ora è una multinazionale conosciuta in tutto il mondo, con 26mila negozi in 75 paesi.
“Non pensavo fossimo pronti per aprire in Italia”, ha detto Schultz all’Associated Press dell’azienda. “Ho rispetto per la cultura italiana e per la loro concezione del caffè. Ho sempre pensato che dovevamo guadagnarci il loro rispetto e credo che ora, dopo anni, siamo arrivati a questo punto”.
Starbucks non avrebbe ancora stabilito i prezzi di vendita dei suoi prodotti in Italia, ma avrebbe già pianificato di aprire altri negozi a Milano, prima di guardare ad altre città italiane. Schultz comunque non specifica quanti saranno gli store in apertura, ma sottolinea che in passato, per l’ingresso in nuovi mercati nazionali, si è puntato mediamente a 10-12 store.
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Per il Ceo della multinazionale l’apertura a Milano è la conclusione di un viaggio durato 35 anni, che completa “un sogno personale e il cerchio di Starbucks”.
Schultz non sembra temere il rischio di un mercato chiuso a operazioni di questo genere, tanto da specificare che la sfida italiana si vince sui clienti italiani e non solo sui turisti. Starbucks è incoraggiato dalle indagini di mercato realizzate che indicano una forte conoscenza del brand tra gli italiani. E i più disposti ad avvicinarsi al mondo del Frappuccino, famoso prodotto della catena di caffetterie statunitense, potrebbero essere i più giovani.
Schultz ha anche ammesso di aver chiesto indicazioni sull’approccio da avere nel mercato italiano al fashion designer Brunello Cucinelli, che gli ha consigliato di mantenere l’autenticità di Starbucks.
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