STADIO DELLA ROMA SITUAZIONE – Nuovo scossone allo stadio della Roma. All’alba di oggi, 20 marzo 2019, il presidente della giunta capitolina Marcello De Vito è stato arrestato dai Carabinieri con l’accusa di aver intascato tangenti dal costruttore Luca Parnasi, ex “socio” del presidente della Roma James Pallotta per la costruzione del nuovo impianto a Tor di Valle.
Un altra tegola per il progetto finito nella bufera lo scorso giugno quando furono arrestati Luca Parnasi, proprietario della società Eurnova incaricata della realizzazione dell’impianto giallorosso, Luca Lanzalone, all’epoca presidente Acea (di cui il Comune detiene il 51 per cento) e consulente della giunta cinquestelle, Adriano Palozzi (Forza Italia), vicepresidente del Consiglio Regionale, e Michele Civita (Pd), ex assessore regionale all’Urbanistica.
Il nome di De Vito compariva spesso nell’ordinanza che aveva portato all’arresto di Parnasi e Lanzalone. Da quella inchiesta sono finite a processo 18 persone, accusate di aver messo in piedi un sistema corruttivo per la costruzione dell’impianto del club giallorosso.
Indagini e arresti che hanno alzato un polverone da cui la società AS Roma, guidata dal presidente James Pallotta, ad oggi, ne è uscita sempre più che pulita. Nessun dirigente del club infatti è mai stato coinvolto in questo tipo di faccende.
E il progetto? Tutto è stato fermato? A che punto è la costruzione dello Stadio della Roma? La situazione ad oggi, 20 marzo 2019:
Il progetto per la costruzione dell’impianto del club romano, la più grande operazione economica privata attesa a Roma, con un investimento di circa 1 miliardo di euro, si trascina ormai dalla primavera del 2014.
Inizialmente la realizzazione dell’opera era prevista con l’aiuto dell’imprenditore Luca Parnasi, che già nel 2010 aveva siglato un preliminare di acquisto dei terreni di Tor di Valle dove sorge l’ex ippodromo del trotto realizzato per le Olimpiadi del 1960, in disuso da anni.
Nel maggio 2014 con Ignazio Marino sindaco viene svelato il primo masterplan, che prevedeva 1 milione di metri cubi per costruire uno stadio e una centralità commerciale con tre grattacieli. Ma nel febbraio del 2017 la giunta M5S di Virginia Raggi chiede di modificare l’opera, dimezzando in accordo con club e costruttore le cubature del business park ma anche tagliando fondi privati destinati a pagare opere pubbliche a servizio della struttura.
A portare avanti la mediazione Luca Alfredo Lanzalone, arrestato a giugno nell’ambito dell’inchiesta della procura. Il nuovo masterplan prevede un’arena da 55mila posti, un business park con uffici, una centralità commerciale ed un parco fluviale con diversi accessi ciclopedonali.
Nel 2017, dopo tre anni e mezzo, due sindaci e altrettanti progetti, si arriva al via libera finale nella seconda conferenza dei servizi all’iter autorizzativo.
Dopo l’avvio dell’inchiesta giudiziaria, che ha coinvolto diversi consiglieri comunali, la Raggi ha commissionato al Politecnico di Torino uno studio dei flussi di traffico attorno all’opera. Il documento è stato presentato il 5 febbraio scorso, accompagnato dall’annuncio della Sindaca: “Lo stadio si fa e i proponenti se vogliono potranno aprire i cantiere entro l’anno”.
L’ultimo passaggio formale che manca per arrivare all’avvio dei cantieri è ora l’approvazione della variante urbanistica in Assemblea capitolina. La calendarizzazione era attesa prima dell’estate ma ora i nuovi arresti, in primis quello di Marcello De Vito, rischiano di stoppare nuovamente il travagliato percorso dell’operazione stadio.
E il Governo? Cosa ne pensano Lega e M5S dello Stadio della Roma? Recentemente, durante l’inaugurazione dei nuovi uffici del club in zona Eur, il premier Giuseppe Conte non si è nascosto: “C’è una grande attenzione del governo per il progetto dello stadio e per questa grande realtà imprenditoriale. Mi auguro che questo investimento venga presto cantierizzato, vogliamo che il 2019 sia l’anno degli investimenti”.
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