Il prossimo 4 dicembre i cittadini italiani saranno chiamati a esprimersi sulla riforma costituzionale.
La nostra Costituzione, all’articolo 138, prevede infatti che le leggi costituzionali o di revisione costituzionale siano soggette a referendum popolare, se sono state approvate dal parlamento con una maggioranza inferiore ai due terzi. E l’attuale riforma ha ottenuto il via libera definitivo della Camera, il 12 aprile 2016, con 361 voti favorevoli, sette contrari e due astenuti, per un totale di 368 votanti.
Si tratta della terza volta in cui i cittadini sono chiamati a votare per un referendum costituzionale, dopo il 2001 e il 2006. Nel primo caso vinse il Sì, nel secondo il No. Com’è noto, il referendum costituzionale non prevede quorum, a differenza di quello abrogativo, quindi se il prossimo 4 dicembre si recherà alle urne un numero basso di elettori, il referendum sarà ugualmente valido e vincerà l’opzione che avrà ottenuto il maggior numero di voti, senza dover superare alcuna soglia.
Ecco una serie di articoli di TPI utili per avere un quadro di insieme sul referendum:
– PERCHÉ VOTARE SÌ O NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE
– TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE – VIDEO
– DIECI BUFALE SUL REFERENDUM COSTITUZIONALE
– COSA SUCCEDE SE VINCE IL NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE
– COSA SUCCEDE SE VINCE IL SÌ AL REFERENDUM COSTITUZIONALE
– L’AFFLUENZA ALL’ESTERO PER VOTARE AL REFERENDUM È STATA DEL 40 PER CENTO
– PERCHÉ PERSONALIZZARE IL REFERENDUM È STATO UN ERRORE STRATEGICO MA NON POLITICO
– PERCHÉ LA RIFORMA COSTITUZIONALE DI RENZI È DIVERSA DA QUELLA DI BERLUSCONI DEL 2006
– LA STORIA DEI PIÙ IMPORTANTI REFERENDUM IN ITALIA
– LA RIFORMA COSTITUZIONALE È (QUASI) LEGGE