Il tribunale di Roma ha espresso il suo verdetto sul caso Raggi. La sindaca di Roma è stata assolta dall’accusa di falso in merito alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale Raffaele Marra.
Ieri il pm Paolo Ielo aveva chiesto la condanna a 10 mesi di carcere per la sindaca, accusandola di aver dichiarato il falso nella sua relazione all’Anticorruzione del Comune di Roma riguardo il ruolo di Raffaele Marra nella nomina del fratello Renato (qui tutte le tappe del processo).
Oggi, 10 novembre, i giudici hanno ascoltato la difesa della sindaca, che ha chiesto l’assoluzione con formula piena. Poi il giudice Roberto Ranazzi si è ritirato in Camera di consiglio.
Alla fine il giudice ha deciso per l’assoluzione, perché il fatto non costituisce reato.
Il giudice Roberto Ranazzi ha pronunciato la sentenza intorno alle 15. Alla lettura della sentenza, la sindaca Raggi visibilmente commossa, ha abbracciato i tre legali, baciato il marito e stretto le mani al Pm Dall’Olio e al giudice Ranazzi.
La sentenza del giudice Roberto Ranazzi è arrivata dopo neppure un’ora di camera di consiglio.
Sindaca Raggi ultime notizie | I commenti
“Questa sentenza spazza via due anni di fango. Andiamo avanti a testa alta per Roma, la mia amata città e per i nostri cittadini”, sono state le prime parole di Virginia Raggi appena appresa la sentenza di assoluzione.
“La procura di Roma farà ricorso in appello soltanto dopo la lettura delle motivazioni”, ha detto il pm Francesco Dall’Olio dopo la sentenza.
Il capo politico M5S e vice premier Luigi Di Maio ha commentato così l’assoluzione:
“Virginia Raggi è stata assolta. Due anni di attacchi alla Sindaca più massacrata di Italia. La magistratura ha fatto il suo dovere e la ringrazio, ha solo seguito quello che andava fatto d’ufficio”.
“Il peggio in questa vicenda lo hanno dato invece la stragrande maggioranza di quelli che si autodefinsicono ancora giornalisti, ma che sono solo degli infimi sciacalli, che ogni giorno per due anni, con le loro ridicole insinuazioni, hanno provato a convincere il Movimento a scaricare la Raggi”.
“Pagine e pagine di fakenews, giornalisti di inchiesta diventati cani da riporto di mafia capitale, direttori di testata sull’orlo di una crisi di nervi, scrittori di libri contro “la casta” diventati inviati speciali del potere costituito”.
“La vera piaga di questo Paese è la stragrande maggioranza dei media corrotti intellettualmente e moralmente. Gli stessi che ci stanno facendo la guerra al Governo provando a farlo cadere con un metodo ben preciso: esaltare la Lega e massacrare il Movimento sempre e comunque”.
“Presto faremo una legge sugli editori puri, per ora buon Malox a tutti! Forza Virginia! Contento di averti sempre difesa e di aver sempre creduto in te”.
Anche Alessandro Di Battista, altro esponente M5S, ha attaccato con forza i giornalisti su Facebook, definendoli “pennivendoli”.
“L’hanno trattata come una mafiosa, anzi peggio, perché i mafiosi, quelli veri, quelli che per anni hanno intrattenuto rapporti e frequentazioni con alcuni dei loro editori, non li hanno mai trattati così”, scrive Di Battista.
“L’hanno descritta come una ladra, l’hanno accusata di corruzione non si sa poi davvero perché. E soprattutto hanno provato a colpirla come donna trattandola persino come una ragazza dissoluta, come una cortigiana moderna, come una sgualdrina”.
“Le hanno appioppato una relazione sessuale dopo l’altra provando a colpirla nei suoi affetti, nella sua famiglia. Nei suoi confronti hanno avuto, proprio loro che fanno i political correct e che sono i primi a scandalizzarsi per i molestatori delle star di Hollywood, vomitevoli atteggiamenti maschilisti. E le false femministe nostrane, quelle a targhe alterne per intenderci, quelle che senza nemmeno rendersene conto sono le migliori amiche del più becero maschilismo, non hanno aperto bocca. Perché infangare un grillino per costoro in fondo non è mai reato!”
“Oggi la verità giudiziaria ha dimostrato solo una cosa: che le uniche puttane qui sono proprio loro, questi pennivendoli che non si prostituiscono neppure per necessità, ma solo per viltà. Coraggio Virginia, hai ancora parecchio tempo per proseguire il tuo lavoro e sono convinto che lascerai questa città meglio di come l’hai trovata”.
Qui invece le dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Sindaca Raggi ultime notizie | Cosa sarebbe successo in caso di condanna
Un’eventuale condanna avrebbe avuto conseguenze politiche a livello nazionale.
Il codice etico del Movimento Cinque Stelle prevede le dimissioni a seguito di una condanna, anche solo di primo grado.
“Per quanto riguarda il sindaco di Roma, io non conosco l’esito del processo ma il nostro codice di comportamento parla chiaro e lo conoscete”, ha detto il vicepremier Luigi Di Maio commentando il processo che vede imputata la sindaca di Roma Virgina Raggi.
Inizialmente, le dimissioni erano previste da M5S per la sola l’iscrizione sul registro degli indagati.
In seguito, i Cinque Stelle hanno introdotto distinzioni per le varie tipologie dei reati.
Da un anno a questa parte, invece, la regola impone le dimissioni in caso di condanna in primo grado.
Il 30 dicembre del 2017, infatti, il Movimento Cinque Stelle ha presentato il suo nuovo codice etico, che dicetestualmente all’articolo 6: “È considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del MoVimento 5 Stelle la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo”.
Raggi sta affrontando un momento non semplice nella sua vita politica. Sabato 27 ottobre si è tenuta la manifestazione “Roma dice Basta”, contro il degrado nella capitale, sulla quale la sindaca ha fatto polemica (qui la risposta di una delle organizzatrici a TPI.it).
Inoltre, l’11 novembre è in programma il referendum Atac, promosso dai Radicali per la liberalizzazione del servizio dei trasporti pubblici.
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