Non è andato come sperava il sondaggio lanciato dal sottosegretario M5s Carlo Sibilia.
Poco dopo la nomina di Lino Banfi come rappresentante nella commissione italiana per l’Unesco, Sibilia ha lanciato su Twitter questa consultazione popolare forse per dimostrare che, a dispetto delle polemiche, la scelta di Banfi gode del sostegno popolare.
Per validare la sua tesi, il pentastellato famoso per le sue uscite complottiste (tra le altre cose è scettico sullo sbarco dell’uomo sulla Luna) ha pensato che il metodo più semplice fosse quello di chiamare in causa l’ex premier Matteo Renzi.
È un personaggio ormai caduto in disgrazia, avrà pensato Sibilia, chi meglio di lui per dimostrare che gli italiani apprezzano la scelta di Banfi all’Unesco?
Ecco allora che Sibilia ha lanciato il sondaggio: “#LinoBanfi alla commissione UNESCO in un’Italia con il #RedditoDiCittadinza o Renzi presidente del consiglio? Con uno sapete già come è finita…”, ha scritto
#LinoBanfi alla commissione UNESCO in un’Italia con il #RedditoDiCittadinza o Renzi presidente del consiglio? Con uno sapete già come è finita…
— carlo sibilia (@carlosibilia) 22 gennaio 2019
A sorpresa, però, il popolo della rete si è mobilitato in favore dell’ex presidente del Consiglio, che dopo circa 20 ore dal lancio del sondaggio ha raccolto ben l’84 per cento delle preferenze.
Lino Banfi, dal canto suo, si è fermato a un modesto 16 per cento.
Una doccia fredda per il sottosegretario M5s, e che deve far sorgere una domanda: l’idea di puntare su una figura dal profilo intellettuale discutibile (come del resto lo stesso Banfi ha candidamente ammesso), a un simbolo del cinema d’intrattenimento, per una carica di quel tipo è davvero una scelta apprezzata dagli italiani?
O, forse, i cittadini stavolta hanno trovato eccessivamente nazionalpopolare la mossa dei grillini?
Banfi all’Unesco: cosa farà concretamente
Al netto dell’ironia che ha accolto la nomina, cosa farà concretamente il famoso comico all’Unesco? Di Maio non ha precisato con quale ruolo Banfi, 82 anni, farà parte della commissione, che è presieduta dal 2016 da Franco Bernabè, manager di lungo corso con un passato in Eni e Telecom.
Il compito della Commissione è però chiaro: “Favorire la promozione, il collegamento, l’informazione, la consultazione e l’esecuzione dei programmi Unesco in Italia”.
È la Convenzione di Londra del 16 novembre 1945 a stabilire che tutti i 195 Paesi membri dell’Unesco istituiscano tali commissioni.
Banfi sarà quindi – sicuramente – chiamato a partecipare alla messa in atto delle strategie generali elaborate dall’Assemblea in stretto contatto con la Rappresentanza Diplomatica Permanente d’Italia presso l’Unesco.
Tra i compiti della Commissione di cui Lino Banfi farà parte ci sono:
– fornire pareri e raccomandazioni al Governo e alle pubbliche amministrazioni sull’elaborazione e valutazione dei programmi Unesco
– collaborare con gli organi competenti per l’esecuzione delle decisioni prese alla Conferenza generale dell’Unesco (che si svolge ogni due anni);
– produrre documenti e pubblicazioni periodiche per diffondere informazioni su principi, obiettivi ed attività dell’Unesco;
– pubblicizzare le problematiche trattate dall’Unesco;
– organizzare e promuovere incontri, convegni, corsi e altre attività di formazione e di studio nelle materie di competenza dell’Unesco.
Al momento è praticamente certo l’impiego di Lino Banfi come “testimonial” dell’Italia e degli eventi culturali organizzati e patrocinati dall’Unesco.
Sarà Alberto Bonisoli, ministro delle Cultura, l’esponente del governo con cui Lino Banfi sarà chiamato a interfacciarsi soprattutto per quanto concerne le future candidature alla lista del patrimonio mondiale.
La Commissione nazionale italiana per l’Unesco (CNIU) trasmette, infatti, le candidature approvate al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per chiedere le valutazioni di merito e per perfezionare il dossier della candidatura.
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