Il 29 novembre 2016 il sito russo Newsfront aveva pubblicato un video dove veniva ripreso Sergio Zanotti, un cittadino italiano originario di Brescia nato nel 1960, ostaggio di un gruppo armato non identificato in Siria.
Nel video Zanotti era vestito con una tunica bianca, portava la barba lunga e si trovava in ginocchio in un ambiente aperto che sembra un uliveto. Alle sue spalle un uomo con il volto coperto e vestito di nero gli teneva un fucile mitragliatore puntato contro.
Oggi, 5 aprile 2019, a distanza di tre anni, Sergio Zanotti è stato liberato. Ad annunciarlo è stato il premier Giuseppe Conte.
“A conclusione di una complessa e delicata attività di intelligence, investigativa e diplomatica, condotta in maniera sinergica, in data odierna siamo riusciti a ottenere la liberazione di Sergio Zanotti, rapito in Siria nell’aprile 2016”.
“Il nostro connazionale – ha proseguito Conte – appare in buone condizioni generali e tra qualche ora rientrerà in Italia, a Roma. Un ulteriore successo delle nostre istituzioni e, in particolare, dell’Aise: a loro il mio più vivo e sentito ringraziamento”.
L’imprenditore bresciano era stato rapito ad aprile 2016, secondo quanto aveva dichiarato l’ex moglie al quotidiano La Repubblica l’uomo era partito per recarsi in Turchia, in una zona vicina al confine siriano. I familiari, perse le tracce, avevano denunciato la scomparsa.
“Oggi è il primo maggio. Mi chiamo Zanotti Sergio. Questo è il secondo richiamo che mi lasciano fare”, aveva affermato l’uomo in uno dei due video diffuso dai rapitori.
In un altro filmato Zanotti lanciava un appello per la propria salvezza: “Mi chiamo Sergio Zanotti e da sette mesi sono prigioniero qui in Siria. Prego il governo italiano di intervenire nei miei confronti prima di una mia eventuale esecuzione”.
Il video di Sergio Zanotti diffuso dai suoi rapitori
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