Il Senato italiano ha approvato quasi all’unanimità con 224 sì, un solo no e 6 astenuti, il disegno di legge per contrastare il fenomeno del cyberbullismo. Il provvedimento, a cui sono state apportate modifiche rispetto al testo approvato dalla Camera, dovrà ora ritornare a Montecitorio per la quarta lettura.
Per cyberbullismo, secondo il testo di legge, si intendono una serie di comportamenti diversi, tra cui “pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica il cui scopo intenzionale e predominante è quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.
È attraverso gli smartphone, le chat, i social network, i forum o i siti di domande e risposte che il fenomeno del cyberbullismo prende forma, colpendo da dietro uno schermo le vittime indifese. I pettegolezzi o le informazioni personali date in pasto alla rete, video e foto imbarazzanti, il furto di identità o di profili altrui, l’insulto e la derisione, le minacce di ogni tipo sono tra le azioni più comuni commesse dai cyberbulli ai danni dei loro coetanei.
Il disegno di legge prevede misure di prevenzione e di educazione nelle scuole sia per le vittime sia per i cosiddetti bulli. Tra le novità vi è la possibilità, per il minore – anche senza che il genitore lo sappia – di chiedere direttamente al gestore del sito dove è avvenuta l’azione di bullismo l’oscuramento o la rimozione dell’aggressione. Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la privacy che entro 48 ore dovrà intervenire.
Il disegno di legge istituisce inoltre un tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo, del quale fanno parte rappresentanti del ministero dell’Interno, del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca, del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, del ministero della Giustizia, del ministero dello Sviluppo economico, del ministero della Salute, dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, del Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori, del Garante per la protezione dei dati personali e delle organizzazioni già coinvolte nel programma nazionale del Safer internet center, nonché una rappresentanza delle associazioni studentesche e dei genitori e una rappresentanza delle associazioni attive nel contrasto al bullismo.
Il tavolo sarà incaricato di varare un piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo.
Nel concreto l’azione di contrasto del bullismo passerà anche per la formazione del personale scolastico, prevedendo la partecipazione per ogni scuola di un professore referente, la promozione di un ruolo attivo degli studenti nella prevenzione e nel contrasto del cyberbullismo nelle scuole, misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti.
“Abbiamo preferito scollegare la tutela dei minori da quella degli adulti”, ha detto la prima firmataria del ddl, Elena Ferrara del Partito democratico. “Il fenomeno del cyberbullismo è talmente grave che abbiamo scelto di concentrarci sui minorenni che sono i più deboli”.
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