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Lucarelli controcorrente: “Indignarsi per la sentenza sulla ‘tempesta emotiva’ è da populisti come Salvini”

Di Laura Melissari
Pubblicato il 5 Mar. 2019 alle 15:37 Aggiornato il 5 Mar. 2019 alle 15:55

Selvaggia Lucarelli torna a far discutere con le sue opinioni contro corrente. È di alcuni giorni fa la notizia secondo cui un giudice ha dimezzato la pena all’assassino della compagna perché in preda di una “tempesta emotiva”. L’episodio ha avuto enorme eco sui social, con migliaia di post e articoli indignati e proteste da parte delle donne che hanno ravvisato un ritorno al delitto d’onore.

Tra loro anche l’avvocata Giulia Bongiorno, ministra leghista della Pubblica Amministrazione.

Leggi anche: L’hanno chiamata “tempesta emotiva”, è solo l’ennesima nefandezza dell’Italia patriarcale

Selvaggia Lucarelli ha scritto un lungo pezzo sul Fatto Quotidiano in cui sostiene che l’indignazione per quella sentenza sulla “tempesta emotiva” è sbagliata e frutto di una lettura superficiale.

“Bongiorno dovrebbe decidere da che parte sta, se da quella della legge o da quella del populismo giudiziario del suo capitano”, scrive la giornalista de Il Fatto.

Non è la prima volta che Selvaggia Lucarelli difende le sentenze dei giudici dalle letture semplicistiche che se ne fanno sui social. Lo stesso successe nel caso dell’omicidio Vannini. Come al solito le sue opinioni contro corrente attirano migliaia di haters sul suo profilo.

“Il commento su sentenze dalle 20 alle 1000 pagine di cui si leggono sunti di due righe sui giornali, è uno di quegli sport nazionali che meriterebbero di essere ammessi alle Olimpiadi”, scrive Lucarelli.

La giornalista accusa i giornali di aver riassunto la vicenda in un titolo fuorviante e superficiale.

In merito alla pena dimezzata si erano pronunciati tanti esperti giuristi, che avevano ravvisato il rischio di un annullamento di anni e anni di battaglie per i diritti delle donne e per l’emancipazione.

Nel suo articolo Lucarelli cita la ministra Bongiorno che ha detto: “Ho letto solo pochi brandelli di quella sentenza. Premesso che rispetto le sentenze (…), non condivido il principio grazie al quale è stata ridotta la pena a un uomo che ha ucciso la sua compagna. Leggo che è stato valorizzato come attenuante il suo stato d’animo, determinato dalla gelosia. (…) Stiamo tornando alla stagione del delitto d’onore”.

Lucarelli sostiene che a leggere l’interna sentenza e non solo qualche brandello, emerge una storia diversa. I giudici hanno considerato nel prendere la loro decisione la gelosia dell’uomo come “motivo di aggravamento, in quanto integrante l’aggravante dell’avere agito per motivi abietti-futili”.

“L’assassino attraversava una fase non di tempesta, ma di tsunami emotivo”, scrive la Lucarelli. L’uomo era infatti in cura in un centro di salute mentale per malesseri psichici, prendeva farmaci e aveva tentato il suicidio, oltre che subito un tso.

“Che l’uomo abbia ucciso per futili motivi è stato riconosciuto, che fosse una persona profondamente disturbata pure, non mi pare che i due elementi possano essere messi in discussione”, scrive ancora.

Lucarelli riassume il suo pensiero in un passaggio del pezzo: “Si può rimanere femministe, emancipate, in prima linea nella battaglia contro il patriarcato, ammettendo che perfino nel tragico, odioso ambito degli omicidi in famiglia, gli stati emotivi di chi commette un omicidio (e che in questo caso erano devastanti), non possono essere ignorati. Pure se si parla di uomini. Se così non fosse, dovremmo smettere di condurre battaglie anche in altre direzioni, per esempio quella complessa e dolorosa degli infanticidi compiuti da donne che attraversano la fase del baby blues o vittime di depressione. Dovremmo non concedere scampo, alibi, attenuanti neanche a una donna che uccide un figlio, eppure- proprio perché siamo creature empatiche- riusciamo a riconoscere, in quei delitti orrendi, l’ombra della depressione, dell’ansia da prestazione, del trauma del parto, dell’incapacità di accudimento. Della tempesta emotiva, verrebbe quasi da dire”.

Secondo la giornalista, non è giusto avere due pesi e due misure: la giustificazione della “tempesta emotiva” ci scandalizza se riguarda un assassino uomo ma siamo indulgenti se ha a che fare con una donna che uccide il figlio nato da poco perché in stato di depressione post partum.

E in conclusione, Lucarelli si scaglia contro Bongiorno, con cui già in passato aveva avuto screzi in merito all’associazione Doppia Difesa, guidata dalla ministra e dalla showgirl Michelle Hunziker.

“Da una parte, dichiara che il tema della tempesta emotiva sia un concetto arcaico, dall’altra però trova che Salvini abbia fatto bene ad andare a trovare in carcere un uomo che ha sparato in petto a un ladro di gasolio già picchiato e inerme mentre era a terra chiedendo perdono. Lì evidentemente l’attenuante della tempesta emotiva è valida”, scrive ancora la giornalista.

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