Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat), i giovani italiani usciti dalla terza media registrano un tasso di ignoranza preoccupante, soprattutto per quanto concerne la comprensione e l’analisi di un testo letterario e la capacità di risolvere problemi matematici.
Secondo il Rapporto SDG (Sustainable Development Goals), il 34 per cento degli studenti italiani che frequentano il terzo anno della scuola media “non raggiungono un livello sufficiente di competenza alfabetica”.
A livello grammaticale, gli errori sono più frequenti, facilitati dall’uso massivo del linguaggio digitale di moda fra i giovanissimi che sta rimpiazzando l’italiano letterale (“xké” al posto di “perché”, “cmq” al posto di “comunque” e emoticons a non finire). Questo depauperamento sul piano grammaticale si riflette anche a livello di contenuti, cioè di comprensione del testo.
Il Rapporto SDG rivela infatti che i giovanissimi italiani riescono a decodificare solo brani semplici e con informazioni esplicite. Quando si tratta di analizzare un testo nella sua globalità e di estrapolarne i significati non espliciti, gli studenti restano spiazzati. Una mancanza di strumenti che potrebbe essere imputata all’avvento di social network come Instagram e Snapchat, amatissimi dagli adolescenti, che fanno dell’istantaneità la principale forma di esistenza.
Di conseguenza, i contenuti che richiedono più di pochi secondi per essere metabolizzati escono dal campo di interesse, a discapito della capacità di analisi e di approfondimento di un terzo dei nostri giovanissimi.
Il tasso di ignoranza aumenta ancora se si va a Sud, dove i valori oltrepassano spesso il 50 per cento.
Ciò che preoccupa è che i ragazzi ottengono comunque la promozione a giugno, ma si rivelano poi incompetenti e impreparati nelle materie più importanti.
I dati sono tanto più allarmanti se si considera che l’istruzione figura al quarto posto dei diciassette obiettivi della vita economica e sociale del sistema Italia secondo l’Istat. “L’istruzione di qualità per tutti” è subordinata solo alla lotta alla povertà, la lotta alla fame e per il benessere e la salute.