È stata una nottata super impegnativa, quella tra il 23 e il 24 aprile 2019, per il premier Giuseppe Conte. Prima il tanto discusso Consiglio dei ministri per approvare il decreto crescita e cercare di trovare una quadra sul Salva Roma, poi l’incontro con i sindacati della scuola.
Era quasi l’alba quando, alla fine, è stato raggiunto l’accordo politico su scuola e università tra governo e sindacati. Un’intesa che ha permesso così la revoca dello sciopero del personale, precedentemente indetto per venerdì 17 maggio.
Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda hanno sottoscritto quindi un’intesa con il premier, con il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e con il sottosegretario Salvatore Giuliano. L’accordo affronta le maggiori emergenze della scuola, ma anche alcuni temi che riguardano l’università e l’Alta formazione artistica e musicale (Afam).
“Ringrazio il presidente Conte per il supporto dato alla trattativa – ha dichiarato Bussetti – e ringrazio i sindacati: insieme stiamo lavorando per il bene della scuola”.
Conte, invece, ha sottolineato l’impegno del governo “a individuare le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti, assicurando un congruo incremento degli stipendi che vanno adeguati alle responsabilità dei docenti”.
“È sicuramente apprezzabile – hanno scritto in una nota congiunta i sindacati – che il presidente del Consiglio, insieme al ministro dell’Istruzione abbiano voluto direttamente incontrare i sindacati della Scuola e dell’intero Comparto Istruzione e ricerca. È un metodo che dovrebbe essere permanente e ordinario e non da utilizzare solo nei momenti in cui le organizzazioni sindacali sono costrette a mobilitarsi”.
L’accordo prevede più risorse per il rinnovo contrattuale degli insegnanti italiani, scaduto il 31 dicembre 2018. Ma anche alcune soluzioni per il precariato.
Sindacati e governo hanno quindi convenuto sull’idea di avviare l’iter del rinnovo del contratto collettivo di lavoro del comparto Istruzione. Il governo si è impegnato anche a garantire il recupero graduale nel triennio del potere di acquisto delle retribuzioni dei lavoratori, che al momento sono tra le più basse di tutta Europa.
Un altro impegno preso dall’esecutivo è quello relativo al reperimento, nella prossima Legge di bilancio, di ulteriori risorse finanziarie da destinare specificamente al personale scolastico.
Conte si è inoltre impegnato a difendere l’unità e l’identità culturale del sistema scolastico nazionale dalle spinte autonomistiche di alcune regioni, che vorrebbero gestire da sé i fondi per gli stipendi e la gestione del personale.
Sul fronte dell’università e della ricerca, infine, è arrivato l’impegno a consentire una maggiore flessibilità nel’utilizzo del salario accessorio e ad incrementare il personale che svolge attività di ricerca e didattica.
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