Si sono verificati disordini e scontri con le forze dell’ordine presso l’Università di Bologna giovedì 9 febbraio 2017. Gli studenti si sono mobilitati contro i tornelli installati dall’Ateneo per controllare l’accesso alle strutture universitarie.
La polizia in tenuta antisommossa ha sgomberato la biblioteca della facoltà di Lettere che era stata occupata dagli studenti. Qui sotto il video:
Qui il momento delle cariche della polizia DENTRO la sala studio dell’Università di Bologna pic.twitter.com/XWk2ZNYqeV
— Infoaut (@Infoaut) 9 febbraio 2017
I disordini sono cominciati mercoledì 8 febbraio quando i collettivi studenteschi hanno smontato la porta della biblioteca di via Zamboni per occupare l’aula studio annunciando: “Resteremo qui finché l’università non deciderà di parlare con noi”.
La polizia e i carabinieri sono intervenuti per sgomberare i locali dell’università, riaperti dai collettivi giovedì 9 febbraio alle 14, dopo che l’Ateneo aveva deciso di chiuderla in seguito allo smontaggio dei tornelli.
Gli agenti in tenuta antisommossa hanno fatto irruzione nella biblioteca dopo le 17.30 spintonando gli studenti che avevano fatto cordone all’ingresso per evitare l’avanzata degli agenti. Alcuni studenti sono scappati subito all’esterno, mentre superato l’ingresso del 36 polizia e carabinieri sono entrati in aula studio, dove alcuni attivisti e probabilmente qualche studente, stavano studiando.
Sulla vicenda si è espresso anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola: “Siamo di fronte a una protesta violenta che attacca la scelta di installare i tornelli all’ingresso di una biblioteca universitaria. Una scelta sacrosanta che non inficia in alcun modo il diritto allo studio e la possibilità di frequentare liberamente le strutture universitarie. Anzi”.
Il collettivo universitario autonomo Bologna, attraverso la voce di Luca, ha raccontato a TPI una sua versione dei fatti: “All’improvviso, e questo è stato il momento più assurdo, cinque reparti della celere e diversi poliziotti della Digos, tutti in assetto antisommossa, hanno fatto irruzione nella biblioteca dove studenti come me e altri ragazzi stavano discutendo, studiando o sorseggiando semplicemente un caffé. Armati di manganelli, i poliziotti hanno cominciato a mettere a soqquadro la sala devastando ogni cosa e seminando il panico tra i giovani che sono stati obbligati ad uscire”.
Ma sulla vicenda altri studenti hanno voluto prendere le distanze da quanto dichiarato dal collettivo autonomo Bologna (Cua), lanciando una petizione su Change.org contro l’operato del Cua che ha ottenuto in poche ore oltre 3.000 sottoscrizioni. “Alla luce di quanto accaduto di recente in via Zamboni 36, per questo ed altri atti vandalici perpetrati dal Cua a danno dell’Università, noi studenti scegliamo di dissociarci dalle azioni del collettivo in segno di critica e di protesta. Supportiamo le istituzioni dell’Ateneo e attendiamo che vengano presi dei provvedimenti nei confronti dei responsabili dei danni ai quali l’Università ha assistito”.
Contattata dalla redazione di TPI, la questura di Bologna non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
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