Potrebbe esserci una svolta nelle indagini in corso sul caso di Tiziana Cantone, la ragazza di 31 anni che a settembre del 2016 si è tolta la vita a Mugnano (provincia di Napoli) dopo la diffusione in rete di alcuni suoi video hard. I carabinieri della sezione cyber-crime del comando provinciale di Napoli sono infatti riusciti a sbloccare il telefono cellulare della donna, e a estrapolare alcuni file audio risalenti alle ore precedenti alla morte.
I documenti potrebbero fornire adesso importanti informazioni sulla vicenda. Secondo quanto rivelato il 15 febbraio dal quotidiano Il Mattino, per aprire il cellulare di Tiziana Cantone (un Iphone) sarebbe stato utilizzato un procedimento informatico simile a quello utilizzato dall’Fbi per aprire lo smartphone dell’autore della strage di San Bernardino in California.
Con l’aiuto di un ingegnere informatico, i carabinieri sono stati in grado di evitare che il cellulare si bloccasse dopo il decimo tentativo di accesso, sfruttando un “bug” del sistema operativo.
Attorno alla morte della ragazza ruotano tre inchieste. Una prima indagine, disposta dalla procura di Napoli dopo la denuncia presentata da Tiziana Cantone e dal suo ex fidanzato, Sergio Di Palo, vede quattro persone indagate per diffamazione (i destinatari dei video hard). Un’altra indagine, coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli Nord, è stata aperta contro ignoti con l’accusa di istigazione al suicidio. C’è anche una terza indagine, anch’essa coordinata dalla procura di Napoli, che ipotizza il reato di calunnia.
I dati recuperati potrebbero dare importanti contributi a tutte le attività investigative.
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