La vicenda dei migranti bloccati a bordo della nave Diciotti dallo scorso 20 agosto si è conclusa nella notte tra il 25 e il 26 agosto 2018, dopo che è stato dato il via libera allo sbarco delle ultime 137 persone rimaste a bordo.
Si è chiusa così una vicenda che è stata trasformata dal governo italiano, e dal ministero dell’Interno in particolare, in un caso politico nazionale (e internazionale) con la decisione del ministro Matteo Salvini di non far sbarcare queste persone per cinque giorni, con tutte le conseguenze – anche penali – che questa scelta potrebbe avere.
Ieri, infatti, la procura di Agrigento ha deciso di iscrivere Salvini nel registro degli indagati insieme al suo capo di gabinetto Matteo Piantedosi.
Il governo, inoltre, ha messo lo sbarco e l’accoglienza di 177 persone (incluse donne e bambini a bordo della Diciotti, che erano già stati fatti scendere in precedenza) al centro un ricatto verso l’Unione europea, con l’aperta minaccia del ministro Luigi Di Maio di bloccare i miliardi di contributi italiani all’Europa.
“Se dalla riunione della commissione europea, non esce nulla sulla Diciotti e la redistribuzione dei migranti, allora io e il Movimento 5 stelle non saremo più disposti a dare all’Unione europea 20 miliardi ogni anno”, ha detto Di Maio.
Nessun accordo, in effetti è stato raggiunto. Né sui migranti a bordo della Diciotti né sugli altri.
Gli unici paesi che hanno accettato di accogliere i migranti sono l’Albania (che ne prenderà una ventina) e l’Irlanda (che ha accettato di accoglierne altrettanti). L’accoglienza di un altro centinaio di persone sarà presa in carico dalla Conferenza episcopale italiana, in base all’accordo con il Viminale.
Mentre però il governo e l’Ue dibattevano sulla sorte di queste 177 persone, in Italia sono sbarcati altri 277 migranti secondo i dati rilasciati dal ministero dell’Interno.
Si tratta per lo più di migranti arrivati a bordo di piccole imbarcazioni, sulle coste della Sicilia, della Calabria e della Puglia.
Il numero è in diminuzione rispetto allo scorso anno, quando nello stesso periodo sbarcarono quasi 800 migranti. Tuttavia questa circostanza dimostra che, nonostante gli sforzi e i proclami del governo sui “porti chiusi”, in realtà i migranti sulle nostre coste continuano da arrivare.
Ogni persona viaggia con questo tipo di imbarcazioni, secondo un recente articolo pubblicato da Alessandra Ziniti su Repubblica, paga ai trafficanti 5mila euro in cambio di un viaggio certamente più comodo e sicuro dei barconi della speranza.
Questi viaggi riguardano soprattutto pakistani, iracheni, iraniani. La partenza avviene dalla Turchia, ma anche con barchette di legno dalla Tunisia o dall’Algeria.
Al largo di Santa Maria di Leuca, in Puglia, il 16 agosto sono state intercettata dalla Guardia di Finanza due barche di piccole dimensioni che avevano a bordo 24 migranti iraniani, pakistani e curdi.
Altre 34 persone, originarie di Iran e Iraq, sono state trovate a bordo di una barca a vela, sempre in Puglia.
Il 21 agosto a Crotone, in Calabria, una barca a vela con 56 persone a bordo, quasi tutte pakistane, si è incagliata tra gli scogli.