La nave militare italiana Diciotti con a bordo 177 migranti, dopo essere rimasta bloccata per oltre cinque giorni al largo di Lampedusa, ha attraccato al porto di Catania nella tarda serata di lunedì 20 agosto. Saviano nave diciotti
Era stato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli a indicare Catania come destinazione finale.
I migranti e il personale di bordo, però, non possono scendere dalla nave. A chiarirlo è una nota del ministero dell’Interno: “Il ministro Salvini non ha dato né darà alcuna autorizzazione allo sbarco dei migranti sulla nave Diciotti, finché non avrà certezza che i 177 andranno altrove”.
Sul caso si è espresso anche lo scrittore Roberto Saviano che in un lungo post su Facebook definisce come “sequestro di persona plurimo di Stato” quello che i 177 migranti bloccati sulla nave Diciotti della Guardia Costiera italiana si trovano a subire.
“La nave Diciotti della Guardia Costiera italiana che per 5 giorni è stata ormeggiata davanti al porto di Pozzallo, ora si è spostata a Catania e non può ancora sbarcare i 177 esseri umani presenti a bordo per ordine del ministero degli Interni (o per lo meno di questo si vanta il Ministro della Mala Vita)”, scrive Saviano sul social.
“La legge prevede che un soggetto possa rimanere nella disponibilità della polizia giudiziaria (tale è la guardia costiera) per un termine massimo di 48 ore. Trascorso questo tempo, senza la convalida di un giudice, siamo al cospetto di un sequestro di persona. È vero o no, quanto affermo, Procuratore della Repubblica di Catania, dottor Carmelo Zuccaro? lo chiedo a lei perché, almeno questa volta, è competente a procedere”.
“Se questa situazione fosse effettivamente dovuta ad atti formali del ministero degli Interni (mi permetto di suggerirle di approfondire con attenzione questa circostanza), si saprebbe già sin da ora chi è il mandante di questo sequestro di persona “di Stato”. Ma se nessuno procede, ci troveremo al cospetto di una grave omissione di atti di ufficio che, ledendo il principio di separazione tra i poteri dello Stato, mette l’Italia al di fuori della civiltà giuridica”.