Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, vuole incontrare gli ultras per risolvere il problema della violenza negli stadi. “A inizio anno convocherò al Viminale i responsabili di tifoserie e società di Serie A e B, affinché gli stadi e i dintorni tornino a essere un luogo di divertimento e non di violenza”, ha annunciato il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini secondo quanto scrive La Stampa.
Il ministro, che ieri, 27 dicembre 2018, si trovava a Catania per l’emergenza terremoto e eruzione Etna, ha voluto incontrare la signora Marisa Grassi, vedova dell’ispettore Raciti, vittima in uno scontro tra poliziotti e tifosi. “Ci incontreremo di nuovo, anche per discutere di sicurezza dentro e fuori gli stadi”, ha fatto sapere il vicepremier.
“La strategia sembra quella di una ‘pax salviniana’ che parte dal basso. Certo è che il ministro Salvini non ha e non intende avere un atteggiamento distante dai tifosi. D’altra parte l’attenzione verso il calcio – non foss’altro per sanare la frattura che ci fu tra le tifoserie organizzate e il leghista Maroni, proprio dopo la morte di Raciti, quando l’allora ministro dell’Interno usò la mano pesante verso gli ultras e impose la tessera del tifoso – è un caposaldo della sua comunicazione politica”, scrive la Stampa.
Proprio alcuni giorni fa Matteo Salvini aveva partecipato alla festa per i 50 anni della Curva Sud del Milan, che si è tenuta domenica 16 dicembre all’Arena Civica di Milano.
Salvini è un noto tifoso rossonero, e quando può assiste alle partite della squadra allenata da Gennaro Gattuso. Giovedì 13 dicembre, ad esempio, era in tribuna ad Atene durante la débacle milanista contro l’Olimpiakos, costata l’eliminazione dall’Europa League.
Cosa non torna quindi in questa partecipazione del ministro dell’Interno alla festa degli ultras rossoneri? Come molti non hanno mancato di notare, diversi tra i presenti all’evento avevano precedenti penali.
In particolare, Salvini è stato immortalato mentre stringeva la mano amichevolmente a Luca Lucci, ultrà del Milan arrestato qualche mese fa nell’ambito di un’inchiesta per traffico di droga, patteggiando una pena di un anno e mezzo di reclusione.
Lucci, in passato, è stato anche sanzionato con il Daspo ed è stato coinvolto in alcuni pestaggi.
Non si trattava dell’unico personaggio presente alla festa con pendenze giudiziarie anche pesanti, ma Salvini, di fronte alle polemiche, non è arretrato di un passo: “Io stesso sono indagato. Sono un indagato in mezzo ad altri indagati”, ha detto.
“Io sono per il tifo corretto, colorato e colorito. Episodi di violenza non mi appartengono e non appartengono a nessuno sportivo – ha continuato il vicepremier – Questi tifosi sono persone perbene, pacifiche, tranquille. Loro portano colore con un coro, un tamburo, una bandiera. La violenza è un’altra cosa”.
Le opposizioni hanno attaccato il ministro dell’Interno: “È gravissimo – ha detto Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori del Partito Democratico – che il ministro dell’Interno sottovaluti in modo così clamoroso le indagini della magistratura su alcuni ultrà del Milan e arrivi a scherzarci sopra. Le indagini riguardano reati gravi e si parla di rapporti con la ‘Ndrangheta. Ciò che Salvini dovrebbe combattere invece di fraternizzare con gli indagati”.
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