Il ministro dell’Interno Salvini di recente si è espresso sulla possibilità di togliere la scorta allo scrittore Roberto Saviano.
“Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero”, ha commentato il ministro ospite del programma tv Agorà su Raitre.
“Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Gli mando un bacione”.
Il ministro ha poi commentato nuovamente la vicenda sul suo profilo Facebook.
“Polemiche inesistenti […]. Figurarsi se con questi problemi mi interessa quel che dice Saviano che continua a insultarmi giorno e notte”.
“L’antimafia a parole è un conto, ma io preferisco sostenere chi la mafia la combatte nei fatti”, continua il ministro. “Io sto con l’antimafia nei fatti. Di quello che fa Saviano, della sua casa a New York, dei soldi non mi interessa”.
Ma il ministro dell’Interno può decidere se revocare o meno la scorta allo scrittore?
Come lo stesso Saviano aveva fatto sapere un anno fa, sempre rispondendo alle minacce di Matteo Salvini, la risposta è no. La decisione in materia di protezione personale infatti spetta all’Ufficio centrale interforze personali, con la collaborazione delle questure e degli uffici territoriali.
È l’Ucis infatti a stabilire se ci sono minacce concrete alla sicurezza di una persona o se il pericolo è ormai cessato e la scorta, di conseguenza, può essere ritirata.
Roberto Saviano aveva già spiegato all’attuale ministro dell’Interno che le minacce di sospendere la scorta che lo segue dal 2006 erano prive di fondamenta. Non è la prima volta infatti che Salvini attacca lo scrittore per quanto riguarda la sua sicurezza personale.
A seguito dell’omicidio di Marco Biagi ad opera delle Brigate Rosse nel 2002, l’allora governo Berlusconi decise di creare con un decreto legge l’Ufficio centrale interforze personale.
L’Ucis è una struttura del dipartimento della Pubblica sicurezza che si occupa della tutela e della protezione delle persone esposte a particolari situazioni di rischio e assegna la protezione delle forze dell’ordine ai soggetti che necessitano della scorta.
L’Ufficio collabora con le forze dell’ordine, l’Aisi e l’Aise, fa riferimento al Viminale e ha l’obiettivo di contrastare efficacemente le situazioni di pericolo e di minaccia personale.
L’Ucis raccoglie e analizza “le informazioni relative alle situazioni personali a rischio, individuando e pianificando modalità, mezzi e risorse atti ad attuare i dispositivi di protezione”. Inoltre, l’Ufficio si occupa della formazione degli agenti predisposti al servizio di scorta.
La direzione dell’Ucis è affidata a un prefetto o a un dirigente generale della Pubblica sicurezza o a un generale dell’arma dei carabinieri di uguale livello.
Gli uffici provinciali e le questure stabiliscono se è necessario o no ricorrere alle misure di protezione personale e segnalano la persona in pericolo all’Ucis, motivando la loro decisione.
L’Ucis esamina poi la richiesta e decide se decide se assegnare o meno la scorta, oltre a poterne poi valutare la revoca.
In quest’ultimo caso l’Ufficio deve dimostrare che la minaccia è venuta meno e che quindi non esiste più una minaccia concreta alla vita del soggetto protetto dalla scorta.
La decisione è presa dalla commissione centrale consultiva, composta dagli organismi dell’Ucis in concerto con i rappresentanti delle forze dell’ordine, a cui spetta il compito di constatare se le minacce sono ancora concrete o meno.
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