“Fermiamo l’emorragia di umanità” è l’iniziativa che ha invitato, sabato 7 luglio, a indossare una maglietta rossa in memoria dei bambini migranti annegati in mare, perché “mettersi nei panni degli altri è il primo passo per costruire un mondo più giusto”.
Anpi, Libera, Arci, Lagambiente e l’associazione Adelaide Aglietta hanno lanciato un appello alla mobilitazione contro le politiche migratorie del governo.
Sono state tantissime le adesioni da parte di politici, intellettuali e personaggi del mondo dello spettacolo. Tra questi, anche la deputata ed ex presidente della Camera Laura Boldrini e lo scrittore Roberto Saviano.
Proprio questi ultimi sono stati oggetto dello scherno di Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno, già nella giornata di 7 luglio, aveva fatto del sarcasmo sull’iniziativa, dicendo tra le altre cose che “sfortunatamente” non era riuscito a trovare una maglietta rossa.
Sul suo profilo Facebook, il leader della Lega ha preso di mira Saviano e Boldrini con un collage, in cui i due compaiono con la maglietta rossa di fianco a Salvini stesso, che però indossa una t-shirt di tenore ben diverso, con su scritto “Divieto di svolta a sinistra”, con tanto di segnale stampato sopra.
“Ai sinistri che mi insultano dico: gli italiani hanno scelto e io sto con loro, fatevene una ragione!”, la didascalia corredata da faccina sotto il collage.
Saviano e Boldrini sono due tra i personaggi con cui Salvini si è scontrato più duramente negli ultimi giorni.
L’ex presidente della Camera, in un’intervista esclusiva rilasciata a TPI sabato 7 luglio, aveva dichiarato: “Salvini: un bullo, indegno anti-italiano, si crede forte ma nessuno gli dà retta. Spero che ai suoi fugli non avvenga ciò che lui sta riservando a tanti bambini”.
Salvini, dal suo profilo Facebook, aveva già replicato a Boldrini scrivendo: “I loro insulti e le loro minacce hanno un unico effetto, quello di darmi più forza. Rassegnatevi”.
Con Saviano, invece, il ministro dell’Interno ha avviato un’aspra polemica alcune settimane fa, mettendo in dubbio l’opportunità di rinnovare la scorta allo scrittore.
“Vivere sotto scorta è una tragedia e l’Italia è il Paese occidentale con più giornalisti sotto scorta perché ha le organizzazioni criminali più potenti e pericolose del mondo”, aveva replicato l’autore di Gomorra.
Saviano aveva rivolto parole molto dure contro il “ministro della malavita”, come lui stesso lo definisce citando Salvemini: “Le parole pesano, e le parole del Ministro della Malavita, eletto a Rosarno (in Calabria) con i voti di chi muore per ‘ndrangheta, sono parole da mafioso”.