Il 30 gennaio alle 11 la Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato si riunisce per esaminare la domanda di autorizzazione a procedere inviata dalla Procura del tribunale di Catania nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Al centro il caso Diciotti, scoppiato nell’agosto 2018, quando a 177 migranti a bordo dell’omonima nave della Guardia costiera per 5 giorni è stato impedito lo sbarco al porto di Catania.
Le ipotesi di reato per cui Salvini è stato indagato sono: sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Per queste accuse il ministro dell’Interno rischia dai 3 ai 15 anni di carcere.
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30 gennaio
È iniziato l’iter della Giunta per decidere sulle responsabilità del ministro Salvini sulla Diciotti, ma “oggi non accadrà nulla, si svolge solo la procedura di apertura dell’iter. Nei prossimi giorni ci sarà l’audizione del Ministro e il deposito delle memorie”, ha spiegato Mario Giarrusso, capogruppo M5S nella Giunta.
Il premier Conte, il vicepresidente Di Maio e il ministro dei Trasporti Toninelli depositeranno una memoria alla Giunta “spiegando che sul caso Diciotti ci sia stata una decisione che coinvolge tutto il Governo”.
Il presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, ha dato sette giorni di tempo al ministro Salvini per essere audito e depositare memorie difensive.
L’iter
La questione era stata rinviata al Tribunale dei ministri, competente per i reati commessi dal presidente del Consiglio dei ministri e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni, i cosiddetti “reati ministeriali”.
Una volta analizzati gli atti, il Tribunale deve scegliere se archiviare l’indagine o procedere. Nel caso del ministro Salvini sulla Diciotti, i giudici hanno deciso di procedere e hanno trasmesso gli atti al procuratore della Repubblica.
La documentazione è poi passata alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha inviato le carte alla Giunta, che deve riferire all’assemblea della Camera competente con una relazione scritta, dopo aver eventualmente sentito i soggetti interessati.
Entro 60 giorni dalla consegna degli atti al presidente della Camera competente, l’assemblea si riunisce e può “a maggioranza assoluta dei suoi componenti, negare l’autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l’inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”.
Se invece l’assemblea concede l’autorizzazione, rimette gli atti al Tribunale dei ministri affinché continui il procedimento.
Il voto in Senato sul processo a Matteo Salvini rischia di spaccare la maggioranza e di ricompattare invece il centrodestra. Contro il rinvio a giudizio infatti voteranno gli esponenti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, mentre resta diviso il Movimento 5 Stelle.