Matteo Salvini torna a parlare di immigrazione, e lo fa con un video in cui ringrazia gli immigrati “regolari e perbene” che sono in Italia da anni e che pagano le tasse, lavorando onestamente.
“Un messaggio per i tanti immigrati regolari e perbene, che rispettano la storia e la cultura di questo Paese, che pagano le tasse, che mandano i figli a scuola, che fanno un lavoro onesto e che sono italiani quanto me. Chi accusa me o la Lega di “razzismo” non ha capito nulla”, scrive il vicepremier su Twitter.
Tra i vari commenti a sostegno del “capitano”, tantissimi quelli critici, che hanno dato dell’ipocrita a Matteo Salvini, sostenendo che il suo messaggio a favore degli immigrati “regolari” sia un modo per guadagnare voti in vista delle europee. Moltissimi follower accusano Salvini di aver alimentato un clima di odio di cui gli stessi immigrati regolari, che tanto difende, hanno paura.
In tanti fanno poi ironia sul fatto che sarebbe bello che, come gli immigrati regolari che pagano le tasse, anche la Lega pagasse i famosi 49 milioni.
E c’è chi dice: non è solo il razzismo il problema, ma la disumanità in generale, che ha il suo apice nella questione dei “porti chiusi“.
Dall’altra parte però ci sono i commentatori più estremisti, che criticano Salvini dicendo che non è vero che gli immigrati, anche se regolari sono “italiani”, e che il “melting pot non è gradito”.
Il vicepremier leghista Matteo Salvini proprio ieri, 23 gennaio 2019, aveva ammesso, guardando i sondaggi che oggi vedono la Lega in ascesa, di temere per un possibile calo di consensi [qui tutti gli ultimi sondaggi].
“Sì, ci sono momenti in cui ho paura di schiantarmi, e allora cerco di non cambiare”, riflette il leader del Carroccio in un’intervista al settimanale Panorama, anticipata dal quotidiano La Verità.
Stando ai sondaggi, rispetto alle elezioni del marzo 2018 il Carroccio ha visto quasi raddoppiato il proprio bacino di voti. Percentuali sopra il 30 per cento che ne fanno di gran lunga la prima forza politica in Italia e, secondo alcune rilevazioni, addirittura su scala europea. Un dato da non sottovalutare, a pochi mesi dalle elezioni per il Parlamento di Strasburgo.
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