La Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato si riunisce mercoledì 30 gennaio alle 11 per iniziare l’esame della domanda di autorizzazione a procedere inviata dalla Procura della Repubblica al Tribunale di Catania nei confronti di Matteo Salvini, in qualità di ministro dell’Interno, per il caso Diciotti.
“Non ho bisogno di protezione, altri chiedevano l’immunità perché rubavano, io invece ho applicato la legge da ministro”, ha affermato il ministro dell’Interno.
“E ritengo di aver applicato la costituzione che prevede la difesa della patria. Se dovrò essere processato per questo lo deciderà liberamente il Senato. Chi sono io per non farmi processare? Sono pronto a farlo”.
Come funziona la Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato
Una volta che il presidente del Senato riceve gli atti del Tribunale dei ministri ha il compito di inviarli alla giunta per le autorizzazioni a procedere, seguendo quanto previsto dal regolamento del Senato stesso.
Compito della giunta è riferire all’assemblea dell’Aula con una relazione scritta, dopo aver eventualmente sentito i soggetti interessati: entro 60 giorni dalla consegna degli atti al presidente del Senato, l’assemblea si riunisce e può “a maggioranza assoluta dei suoi componenti, negare l’autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l’inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”.
Se invece l’assemblea concede l’autorizzazione, rimette gli atti al Tribunale dei ministri affinché continui il procedimento.
La vicenda
Il 24 gennaio il tribunale dei ministri di Catania ha richiesto l’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per il caso Diciotti per il reato di sequestro di persona.
Le ipotesi di reato per cui Salvini è stato indagato sono: sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Per queste accuse il ministro dell’Interno rischia dai 3 ai 15 anni di carcere.