Il Ministero dell’Interno sta accertando la situazione di Rami, il ragazzino di 13 anni di origini egiziane che ieri ha dato l’allarme dal bus sequestrato nel Milanese. A quanto si apprende, il Viminale “è pronto a farsi carico delle spese e a velocizzare al massimo le procedure per riconoscere la cittadinanza al piccolo eroe. L’auspicio è attribuire la cittadinanza a Ramy e toglierla al conducente del bus autore del gesto”.
La decisione di concedere la cittadinanza per meriti speciali a Rami è stata presa dai due vicepremier sulla base della legge che la conferisce “per meriti speciali”. La procedura vuole che la cittadinanza possa essere concessa con Decreto del Presidente della Repubblica, “sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro degli Affari Esteri, allo straniero che abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato”.
Il 13enne lo scorso 20 marzo ha salvato i suoi compagni dalla tentata strage su uno scuolabus a San Donato Milanese. Qui TPI aveva raccontato la sua storia e la testimonianza dei momenti terribili che i 51 ragazzini hanno vissuto sul bus che l’autista ha sequestrato e incendiato.
È stato il padre di Rami, Khalid Shehata, a chiedere che al figlio venga concessa la cittadinanza: “Mio figlio ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza italiana”.
Il ragazzo è stato riconosciuto come “eroe” perché, rendendosi conto di quanto stava avvenendo, ha prontamente nascosto il suo cellulare, chiamando il 112 e allertando di nascosto i carabinieri.
“Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005, ma siamo ancora in attesa di un documento ufficiale. Vorremmo tanto restare in questo Paese. Quando ieri l’ho incontrato l’ho abbracciato forte”, ha detto il padre al Corriere della Sera.
Un compagno di classe ha raccontato quei momenti: “Rami è stato furbo: aveva nascosto il cellulare, ha fatto le prime chiamate al 112. A un certo punto gli è caduto per terra, senza farmi vedere sono andato a raccoglierlo e l’ho passato ad Adam, dietro di me. A quel punto Adam ha chiamato i genitori”.