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Salvini e i Rom: anche per gli ebrei ci fu un censimento, prima delle leggi razziali

Una scena del film premio Oscar, 'La vita è bella'.

Nell'agosto 1938 il governo italiano compilò un elenco degli ebrei residenti sul territorio nazionale: poche settimane dopo arrivarono le leggi razziali e poi la persecuzione

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 19 Giu. 2018 alle 10:44 Aggiornato il 19 Giu. 2018 alle 10:57

Il censimento dei Rom prospettato dal ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ricordato ad alcuni commentatori il censimento degli ebrei che il governo italiano promosse nell’agosto 1938, poche settimane prima di promulgare le leggi razziali.

Salvini ha parlato di “una ricognizione sui Rom in Italia per vedere chi, come, quanti sono”. Gli stranieri irregolari andranno “espulsi”, ha detto il ministro, che ha poi aggiunto: “I rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa”.

La dichiarazione ha suscitato forti polemiche, anche all’interno del governo.

Salvini ha poi precisato che intende fare “un’anagrafe e non una schedatura” dei Rom.

Secondo molti, però, non è questo il punto. Il punto è che non è accettabile un provvedimento destinato contro un gruppo specifico di persone, individuate sulla base di criteri etnici.

L’Unione delle comunità ebraiche italiane ha accusato il ministro dell’Interno di rievocare le leggi razziali.

Il direttore del TgLa7, Enrico Mentana, ha ricordato durante il telegiornale il caso di Alberto Segre, padre dell’attuale senatrice a vita Liliana Segre, che nel 1939 fu obbligato a presentarsi davanti al delegato del podestà e dire che si dichiarava di razza ebraica.

“Liliana è sopravvissuta ed è il ricordo anche del fatto che se si comincia con una schedatura non si sa mai dove si va a finire”, ha sottolineato Mentana.

La stessa Liliana Segre, due settimane fa, nel giorno in cui il governo ha ricevuto la fiducia al Senato, aveva tenuto un accordato discorso in aula proprio contro il rischio di provvedimenti ad hoc contro i Rom.

“Mi rifiuto di pensare che la nostra civiltà democratica sia sporcata da leggi speciali nei confronti di Rom e Sinti: se accadrà mi opporrò con tutte le forze”, aveva detto la senatrice.

Il giornalista Gad Lerner ha ricordato sul suo profilo Twitter il censimento operato nei confronti degli ebrei dal regime fascista.

“Ottant’anni fa, agosto 1938, fecero il censimento degli ebrei subito prima delle leggi razziali Oggi il trasformista Matteo Salvini, siccome è anche un vigliacco, non se la prende più con i meridionali ma propone il censimento dei Rom: applausi, chi volete che li difenda?”, ha scritto Lerner.

In effetti nel 1938 la promulgazione delle leggi razziali fu preceduta da un censimento degli ebrei che vivevano in Italia.

L’iniziativa fu gestita da due ripartizioni del Ministero dell’Interno: la Direzione generale della pubblica sicurezza e la Direzione generale per la Demografia e Razza.

Gli elenchi degli ebrei furono raccolti dai prefetti sul territorio e poi spediti a Roma.

Il censimento appurò che nella penisola vi erano 58.412 persone aventi per lo meno un genitore ebreo o ex-ebreo. Di questi, 37.241 erano italiani e 9.415 stranieri.

Secondo la storica francese Marie-Anne Matard-Bonucci, autrice del saggio ‘L’Italia fascista e la persecuzione degli ebrei’, il censimento degli ebrei “fu destinato più a sottomettere che a conoscere, più a dimostrare che a valutare”.

Poche settimane dopo il censimento furono promulgate le leggi razziali, cui seguirono negli anni successivi le deportazioni in massa degli ebrei nei campi di concentramento.

Gli ebrei italiani deportati furono 8.500, di cui 7.500 morirono, quasi tutti nel lager di Auschwitz. A questi vanno aggiunte le vittime degli eccidi delle Fosse Ardeatine, di Meina, della Risiera.

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