Per il ministro dell’Interno Matteo Salvini, l’aumento di casi aggressioni nei confronti dei migranti registrato nelle ultime settimane sarebbe “un’invenzione della sinistra”.
“L’allarme razzismo è una invenzione della sinistra, gli italiani sono persone perbene ma la loro pazienza è quasi finita. Io, da ministro, lavoro da 58 giorni per riportare sicurezza e serenità nelle nostre città”, ha detto Matteo Salvini.
Queste le parole del vicepremier a chi gli chiedeva un commento rispetto all’ultimo episodio di aggressione a un richiedente asilo senegalese, avvenuto a Partinico, in Sicilia. Nega che ci sia un crescendo di casi di aggressione, Salvini, e continua la sua campagna contro gli immigrati.
Ma non solo, il vicepremier torna ancora a commentare la copertina del settimanale cattolico Famiglia Cristiana dal titolo “Vade retro Salvini” e sul suo profilo Twitter pubblica uno dei messaggio di sostegno che avrebbe ricevuto: “‘Famiglia cristiana ti attacca? Infischiatene, noi credenti siamo dalla tua parte’. Ancora grazie per le migliaia di messaggi di solidarietà ricevuti. Statene certi, non mollerò proprio adesso”.
Sempre sul suo account Twitter, il vicepremier ha continuato a portare avanti la politica contro gli ambulanti sulle spiagge italiane: “Finalmente spiagge sicure e ripulite, senza venditori abusivi. A differenza del passato, ai Comuni le risorse necessarie per i controlli: 2 milioni e mezzo di euro per 54 località. Dalle parole ai fatti!”.
Ma intanto l’escalation di violenza contro i migranti non si ferma. A Partinico l’ultimo episodio. Un ragazzo senegalese di 19 anni, richiedente asilo, è stato aggredito da quattro persone.
“Tornatene al tuo paese, vattene da qui, sporco negro”, gli hanno urlato, prima di prenderlo ripetutamente a calci e pugni, nella piazza del paese del Palermitano. Il fatto è avvenuto giovedì sera, ma il giovane ha denunciato l’aggressione solo due giorni dopo.
Dall’ospedale di Partinico, dove il giovane è stato medicato al volto e ad un orecchio, gli hanno dato sette giorni di prognosi. Khalifa – questo il nome del ragazzo – ha raccontato ai carabinieri di non aver reagito perché è contro ogni violenza.
Il giovane ha più volte ripetuto ai chi l’ha soccorso di essere rimasto immobile: “Non uso le mani. Mi potevo difendere, ma gli educatori della comunità mi hanno insegnato che non si alzano le mani”, ha detto il giovane senegalese.
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