Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è recato ad Afragola, vicino Napoli, per incontrare gli amministratori locali dopo lo scoppio di numerose bombe nelle ultime settimane.
Ad accogliere il vicepremier il solito bagno di folla: applausi, selfie, ovazioni e un baciamano. Nel pomeriggio del 18 gennaio Salvini ha incontrato in municipio il sindaco di Afragola, Claudio Grillo e i vertici delle forze dell’ordine.
In un video circolato sul web si vede un sostenitore che bacia la mano al ministro.
“Basta occupazioni abusive”, ha detto Salvini, che ha lanciato il suo impegno per restituire al comune gli alloggi occupati abusivamente a scapito di chi attende una casa. “Sarà un intervento rigoroso”, ha detto il responsabile del Viminale.
“I cittadini devono denunciare e collaborare perché lo Stato c’è e non bisogna aver paura”, ha detto il sindaco Grillo. I piani di sgombero rientrano nel decreto sicurezza. “Non colpiremo i più deboli ma quelli che si sentono più forti e non lo sono”, ha detto Salvini.
Otto bombe in un meno di mese sono esplose ad Afragola. L’ultimo ordigno ha colpito un autosalone. Di “ore drammatiche” per i cittadini del comune nell’hinterland napoletano ha parlato il deputato Andrea Caso (Movimento 5 stelle), membro della Commissione Antimafia.
“Questi ordigni minano la quiete economica cittadina, minacciano l’incolumità pubblica e sono una sfida vera e propria che la criminalità organizzata lancia allo Stato”.
8 bombe in 20 giorni sono “un chiaro segnale” del fatto che la criminalità ha deciso di alzare il tiro in questo territorio, spiega a TPI Gianluca Torelli, che gestisce la Masseria Antonio Esposito Ferraioli, il bene confiscato alla mafia più grande della Campania.
L’ultimo esercizio a essere colpito è stato, nella notte tra lunedì 14 e martedì 15 gennaio, un autosalone. Ma gli attentati intimidatori, perché di questo si tratta, sono assolutamente trasversali: bar, pizzerie, agenzie di assicurazioni e immobiliari. “Viviamo una fase critica, ma a far rabbia è il fatto che la politica non stia vivendo questa situazione come una ferita”. Eppure “otto bombe in venti giorni dovrebbero essere una priorità”.
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