Gli scandali giudiziari legati al nuovo stadio della Roma potrebbero spingere la sindaca della capitale, Virginia Raggi, a dimettersi. Lo riferiscono fonti del Campidoglio a TPI. Lo staff della sindaca, tuttavia, “smentisce categoricamente” l’ipotesi del passo indietro.
Secondo quanto riferito da fonti interne alla maggioranza capitolina, ci sono forti tensioni nel M5S dopo l’arresto del presidente dell’Assemblea comunale, Marcello De Vito, e la notizia dell’indagine a carico dell’assessore allo Sport, Daniele Frongia (entrambi sono indagati per corruzione nell’ambito dell’indagine sullo stadio della Roma).
Da una parte dei pentastellati c’è forte malumore. Al Campidoglio si susseguono in queste ore riunioni per valutare il da farsi. Sul tavolo della sindaca ci sarebbe, sebbene ancora remota, l’ipotesi di sciogliere il Consiglio comunale, provvedimento che comporterebbe l’automatica caduta della giunta. Dallo staff di Raggi, tuttavia, la prospettiva delle dimissioni viene ufficialmente smentita.
Raggi, in carica dal giugno 2016, ha commentato l’arresto di De Vito con parole molto dure. “Nessuno sconto. A Roma non c’è spazio per la corruzione. Chi ha sbagliato non avrà alcuno sconto da parte di questa amministrazione. La notizia dell’arresto di Marcello De Vito è gravissima: ho piena fiducia nella magistratura e nel lavoro dei giudici”, ha scritto la sindaca sul suo profilo Facebook.
“Una cosa è certa. Nessuna indulgenza per chi sbaglia. Ho dichiarato guerra alla corruzione e respinto i tentativi di chi vuole fermare l’azione di pulizia che portiamo avanti. Qui non c’è spazio per ambiguità. Non c’è spazio per chi immagina di poter tornare al passato e contaminare il nostro lavoro”. Infine, “avanti fino in fondo, senza se e senza ma, per la legalità”.
Dopo essere stato arrestato, De Vito è stato espulso direttamente dal capo politico del M5S, Luigi Di Maio. “Non è una questione di garantismo o giustizialismo, è una questione di responsabilità politica e morale: è evidente che anche solo essere arrivati a questo, essersi presumibilmente avvicinati a certe dinamiche, per un eletto del Movimento, è inaccettabile”, ha commentato Di Maio. “De Vito non lo caccio io, lo caccia la nostra anima, lo cacciano i nostri principi morali, i nostri anticorpi”.
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