Da alcuni giorni la crisi idrica del lago di Bracciano, il razionamento dell’acqua a Roma e il braccio di ferro tra il governatore Nicola Zingaretti, l’Acea, l’azienda che fornisce servizi idrici nel Lazio, e il Campidoglio, sono al centro delle cronache.
Abbiamo cercato di ricostruire la vicenda per capire quanto sia probabile che dal 28 luglio un milione e mezzo di romani per 8 ore al giorno non avranno accesso all’acqua.
La crisi idrica del lago di Bracciano
Il 22 luglio il governatore della regione Lazio, Nicola Zingaretti, aveva deciso di sospendere il prelievo dell’acqua dal lago di Bracciano, per frenare il prosciugamento del bacino idrico, messo a dura prova dalla siccità di questa stagione.
“Purtroppo è una tragedia. Il livello del lago di Bracciano si è abbassato con il rischio di catastrofe ambientale fino a questo evento. Abbiamo tempo sette giorni per trovare tutte le possibilità al fine di limitare al massimo il disagio per i cittadini, ma è sbagliato chiudere gli occhi. Il problema c’è ed è grave. Sta finendo l’acqua a Roma”, aveva spiegato ai microfoni di Tgcom24.
“Basta andare con una fotocamera a Bracciano per capire che sta accadendo l’inimmaginabile. Far uscire l’acqua dai rubinetti è un diritto ma dobbiamo fare i conti con un problema enorme che è la siccità. Mi piacerebbe invitare qui Donald Trump per fargli capire cosa significa non rispettare gli accordi sul clima”, aveva detto il governatore.
Acea – operatore nazionale nel settore idrico che fornisce servizi nelle regioni Lazio, Toscana, Umbria e Campania – ha però criticato la soluzione della regione di stoppare il prelievo dell’acqua dal lago di Bracciano, definendola abnorme, illegittima e inutile. La soluzione, dal punto di vista di Acea, era quella di razionare l’acqua nella città di Roma.
Secondo un decreto del ministero dei Lavori Pubblici, che aveva concesso ad Acea di prelevare acqua dal lago di Bracciano per usi potabili, il livello del lago si sarebbe dovuto mantenere a 161, 90 metri sopra il livello del mare. Nel decreto è scritto: “Verranno inserite le saracinesche di apertura e chiusura ed un sifone idraulico che provveda a disinnescare automaticamente le condotte, non appena il livello dell’acqua scende sotto la quota minima di 161,90 metri”.
Attualmente “il livello del lago di Bracciano è al di sotto di questa quota minima prefissata e ancora più lontano dallo zero idrometrico che corrisponde a quota 163,04”. È per questo motivo che la regione ha preso la decisione di bloccare i prelievi idrici.
Il razionamento dell’acqua a Roma
Inizialmente era stata prevista la data del 28 luglio per iniziare il razionamento, che dovrebbe interessare un milione e mezzo di cittadini romani. “Noi non la fabbrichiamo l’acqua”, aveva detto Paolo Saccani, presidente di Acea Ato 2. Le interruzioni dovrebbero riguardare un lasso di tempo di 8 ore al giorno.