A partire dallo scorso 2 dicembre, nell’ambito dell’operazione chiamata Mafia capitale, le forze dell’ordine hanno arrestato oltre 40 persone con l’accusa di far parte di un’associazione a delinquere di stampo mafioso.
A capo di quest’organizzazione, secondo gli inquirenti, ci sarebbe Massimo Carminati, 56 anni, ex membro del gruppo terrorista di estrema destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar), nonché legato alla Banda della Magliana.
Oltre 70 persone sono state indagate finora nell’ambito dell’inchiesta: tra queste, numerosi esponenti della politica romana, sia di centrosinistra che di centrodestra, tra cui spicca il nome dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.
L’ORGANIZZAZIONE
Secondo gli inquirenti, l’organizzazione sarebbe guidata da Massimo Carminati e avrebbe costituito un sistema di corruzione che aveva l’obbiettivo di aggiudicarsi appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma e dalle numerose aziende municipalizzate della capitale. Il tutto, secondo gli inquirenti attraverso una fitta rete di relazioni con politici – sia di centrodestra che di centrosinistra –, dirigenti e privati.
Non sempre, secondo i pubblici ministeri, le persone legate al sistema erano al corrente del sodalizio di cui facevano parte. Erano tuttavia, per ragioni di affiliazione o subordinazione, legati strettamente all’organizzazione e ai propri interessi.
IL MONDO DI MEZZO
Il nome dato all’inchiesta dagli inquirenti è stato Mondo di mezzo, da non confondersi con il nome dell’operazione sul campo chiamata Mafia capitale.
La scelta è dovuta a un’intercettazione di Massimo Carminati, il quale avrebbe detto in una telefonata che:
“È la teoria del mondo di mezzo…ci stanno i vivi sopra e i morti sotto, e noi stiamo in mezzo… un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano e dici: cazzo, com’è possibile che quello… che un domani io posso stare a cena con Berlusconi… Capito come idea? Il mondo di mezzo è quello dove tutto si incontra… si incontrano tutti là… Allora nel mezzo, anche la persona che sta nel sovramondo ha interesse che qualcuno del sottomondo gli faccia delle cose che non le può fare nessuno… E tutto si mischia”.
GLI ARRESTI
Le persone arrestate nell’ambito dell’operazione Mafia capitale sono state in tutto oltre 40, finora.
Massimo Carminati — Secondo gli inquirenti, sarebbe stato il leader del gruppo. Milanese di nascita, è stato un militante del gruppo terrorista di estrema destra dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) e ha avuto stretti legami con la Banda della Magliana.
Salvatore Buzzi — È presidente della cooperativa 29 giugno, fondata nel 1985 da un gruppo di ex detenuti di Rebibbia e iscritta alla Legacoop, la lega nazionale delle cooperative italiane. Diversamente dalla maggior parte degli altri arrestati, Buzzi proviene da ambienti di estrema sinistra.
Stando alle intercettazioni, avrebbe gestito i rapporti con il mondo politico a tutto tondo, ottenendo finanziamenti per la propria cooperativa. I pm l’hanno definito “il braccio destro imprenditoriale di Carminati”.
Franco Panzironi — È stato dal 2008 al 2011 amministratore delegato dell’Ama, l’azienda municipalizzata che si occupa dei servizi ambientali e dello smaltimento dei rifiuti a Roma.
Nel 2012 era stato rinviato a giudizio per le oltre 800 assunzioni non regolari fatte dall’Ama. Secondo gli inquirenti, il ruolo di Panzironi nell’organizzazione criminale sarebbe stato quello di seguire l’assegnazione degli appalti da parte dell’Ama.
Riccardo Mancini — È stato amministratore delegato di Eur S.p.a., la società controllata al 90 per cento dal ministero dell’Economia che gestisce il patrimonio immobiliare del quartiere Eur di Roma. Legato all’estrema destra romana, Mancini è considerato molto vicino all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno.
È stato rinviato a giudizio lo scorso ottobre per una presunta tangente versata dall’azienda produttrice di autobus Breda Menarinibus, parte del gruppo Finmeccanica, per la vendita di autobus all’Atac, l’azienda municipalizzata dei trasporti del comune di Roma.
Luca Odevaine — È stato vicecapo di gabinetto dell’ex sindaco Walter Veltroni tra il 2003 e il 2005, e dal 2006 direttore di gabinetto del Comune di Roma.
Riccardo Brugia — È stato anche lui legato all’estrema destra romana. Nel 1994 partecipò a una rapina in una banca di Via Isacco Newton, a Roma.
Giovanni De Carlo — Arrestato il 5 dicembre, consegnandosi alle autorità presso l’aeroporto di Fiumicino, dove era atterrato con un volo proveniente da Doha. Secondo i pm il suo ruolo era molto vicino a Carminati, e dalle intercettazioni in mano agli inquirenti emergono numerosi rapporti con celebrità del mondo dello spettacolo e dello sport.
Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero — Arrestati il 13 dicembre, secondo gli inquirenti avrebbero gestito i rapporti tra l’organizzazione criminale romana e la famiglia calabrese dei Mancuso, legata alla ‘ndrangheta.
Oltre a loro sono finiti in manette anche il direttore generale dell’Ama, Giovanni Fiscon e la storica segretaria di Franco Panzironi, Patrizia Caracuzzi.
Tra il 12 e il 13 dicembre, per ragioni di incompatibilità ambientale, due dei principali arrestati sono stati trasferiti in strutture carcerarie distanti da Roma: Massimo Carminati a Tolmezzo, in Friuli, mentre Salvatore Buzzi nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros.
IL BUSINESS DEGLI IMMIGRATI
Una delle principali entrate per ottenere soldi pubblici era quella dovuta agli immigrati. Salvatore Buzzi, in un’intercettazione, dice: “Quest’anno abbiamo chiuso con 40 milioni di fatturato ma tutti i soldi li abbiamo fatti su zingari, emergenza alloggiativa e immigrati, gli altri settori finiscono a zero”.
In un’altra intercettazione, chiarisce quanto sia proficuo questo business: “Tu c’hai idea quanto ce guadagno sugli immigrati? La droga rende meno”.
GLI INDAGATI
Finora gli indagati sono stati oltre 70, ma il numero potrebbe essere destinato a crescere. I reati che sono stati contestati agli indagati sono molteplici: corruzione, estorsione, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e turbativa d’asta.
Numerose sono state le perquisizioni: abitazioni private, uffici pubblici, sedi di aziende e di associazioni legate alle persone coinvolte sono state passate al setaccio dalle forze dell’ordine.
Tra gli indagati il nome di spicco è sicuramente quello dell’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Insieme a lui, è stato indagato anche il capo della sua segreteria, Antonio Lucarelli. Secondo i pubblici ministeri, infatti, c’era una precisa relazione tra l’entourage dell’allora sindaco Alemanno e il gruppo legato a Carminati.
Daniele Ozzimo, assessore alle politiche abitative di Roma Capitale per il Partito Democratico, si è dimesso dal suo incarico appena ricevuta la notizia dell’iscrizione al registro degli indagati.
Tra gli altri, sono stati indagati il presidente dell’Assemblea Capitolina Mirko Coratti, del Partito Democratico, che si è dimesso e i consiglieri regionali Eugenio Patanè (Pd) e Luca Gramazio (Forza Italia).
LA NAVE FANTASMA
Nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta associazione a delinquere di Roma, si è svolta anche l’operazione Ghost Ship, che ha portato all’arresto di sei persone.
La vicenda riguarderebbe una frode da 7 milioni di euro in falsi rifornimenti di milioni di litri di gasolio verso una nave – la Victory I – che, in realtà, è naufragata nel dicembre 2013.
Tre dei sei arrestati nell’ambito dell’operazione fanno parte della Marina militare italiana.
I BENI SEQUESTRATI
Nell’ambito dell’operazione, la guardia di finanza ha sequestrato beni riconducibili alle persone coinvolte nell’indagine per un valore totale di circa 200 milioni di euro. Tra questi, anche 50 quadri, tra cui alcuni di artisti del calibro di Jackson Pollock e Andy Warhol.
LE REAZIONI
L’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha dichiarato via Twitter la propria estraneità ai fatti. “Dimostrerò la mia totale estraneità e ne uscirò a testa alta. Chi mi conosce sa che ho sempre combattuto a viso aperto #mafia e #criminalità”, ha scritto.
Anche l’assessore alla casa del comune di Roma Daniele Ozzimo si è detto estraneo ai fatti, ma ha deciso di dimettersi “per senso di responsabilità” dal proprio incarico.
Si è dimesso anche Mirko Coratti, esponente del Partito Democratico che ricopriva la carica di Presidente dell’Assemblea Capitolina. Al suo posto è stata eletta Valeria Baglio, anche lei esponente dello stesso partito.
In seguito al coinvolgimento di diversi tra i suoi esponenti, il segretario del Partito Democratico di Roma, Lionello Cosentino, ha rassegnato le proprie dimissioni. Al suo posto è stato nominato l’attuale presidente del partito, Matteo Orfini.
Il Movimento 5 Stelle, attraverso il deputato Alessandro Di Battista, ha invece chiesto che il Comune di Roma “venga sciolto per mafia”.
COMUNE E REGIONE AI RIPARI
In attesa che prosegua l’indagine, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha sospeso l’assegnazione di tutte le gare d’appalto in corso. Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha invece incontrato il presidente dell’autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, chiedendogli di verificare uno per uno gli appalti dubbi anche attraverso la creazione di un apposito pool.
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